Sinner forte come il cemento (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Nessun miglior rimedio che ricordarsi dei tempi felici attraverso i numeri, e così dimenticare i tormenti degli ultimi quattro mesi. Con la vicenda Clostebol che ancora aleggia sulla sua testa, Jannik Sinner è stato chiaro alla vigilia degli Us Open, dove debutterà martedì nella serata italiana (secondo match dalle 18 sull`Arthur Ashe): «Non è stato l`avvicinamento ideale a uno Slam, ma aver dimostrato che non ho fatto nulla di male mi dà forza. Proverò a divertirmi, New York è un posto fantastico dove giocare a tennis. E sicuramente la vittoria a Cincinnati mi sta dando una grande spinta». Un successo che ha confermato il rendimento straordinario del numero 1 del mondo sul cemento in questa stagione. Nel 2024, la Volpe Rossa ha giocato 23 partite sul cemento (più un passaggio del turno diretto per ritiro di Thompson proprio a Cincinnati) e ne ha vinte 21, perdendo solo con Alcaraz a Indian Wells e con Rublev a Montreal. Statistiche straordinarie, che fanno della superficie (insieme al veloce indoor, ormai molto simile) il terreno d`elezione del primo giocatore del mondo, come si può analizzare attraverso tre chiavi.
Servizio – Senza dubbio il colpo che ha migliorato di più dopo due anni di grande applicazione con Vagnozzi e Cahill. Ha calibrato la spinta delle gambe e aggiunto una torsione dorsale più spiccata: molto efficace la soluzione slice a destra, mentre a sinistra utilizza di più il kick, e in generale è dirompente quando va in centro verso la T del rettangolo di battuta. Usa traiettorie e rotazioni sempre più varie e dunque è aumentata l`imprevedibilità. Ormai è un colpo di assoluta affidabilità che sul cemento gli garantisce il 79% di punti con la prima e il 59% con la
seconda. […] Ma il dato che più impressiona è il 92% di game di servizio vinti in stagione sulla superficie: praticamente è quasi impossibile strappargli la battuta.
Colpi da fondo – Nei tornei americani ha un po` sofferto sul lato del dritto per le difficoltà di spostamento causate dai problemini all`anca e in generale quando la palla gli arriva vicino al corpo tende ancora qualche volta a perdere la misura, ma i progressi degli ultimi due anni lo hanno reso quasi efficace come il rovescio. Jannik lo esegue con grande compostezza e con una grande ampiezza nel movimento della racchetta. Una tecnica piuttosto standard, ma solitamente un movimento così a tutto braccio viene utilizzato solo quando si vuole mettere a segno un`accelerazione vincente. Sinner, invece, lo fa su ogni singolo
colpo mantenendo bassissima la percentuale di errore, favorito sul cemento da una superficie che ti restituisce sempre lo stesso rimbalzo, con la possibilità di produrre un ritmo insostenibile per l`avversario. La grande velocità di braccio gli consente di colpire la palla in fase ascendente, producendo traiettorie molto piatte e schiacciate verso il suolo. Il rovescio è il colpo più naturale, specialmente quello incrociato, eseguito con grande potenza e precisione, permettendogli di far muovere molto l`avversario e aprirsi il campo per chiudere il punto. […]
Forza mentale – La vittoria di Cincinnati, ottenuta in pendenza di una sentenza che avrebbe anche potuto privarlo del campo causa squalifica, ha confermato la straordinaria forza mentale del n.1 del mondo e la sua capacità di alzare il livello nei momenti decisivi, una dote che peraltro lo accompagna fin da quando si affacciò sul circuito da giovane promessa e che si esalta in particolare sulle superfici veloci, dove può osare di più perché i suoi automatismi sono perfetti. […] Sensazionale, se non addirittura fantascientifico, il rendimento nei tie-break: ne ha vinti 11 degli ultimi 12. E per un giocatore che in pratica non perde mai il servizio si tratta di un atout in grado di far saltare ogni banco.
Sinner contro tutti (Stefano Semeraro, La Stampa)
L’avversario dell`esordio non fa paura: Mackenzie McDonald, americano, n. 140 del mondo. Il nemico più pericoloso è però nascosto nell`anima di Jannik Sinner, che martedì a New York scende in campo per la prima volta da quando è stata resa pubblica la sua lunga, travagliata, ma fortunatamente risolta (ricorsi della Wada esclusi) vicenda dei due controlli antidoping falliti. Chiunque entri da numero 1 del mondo nell`astronave di ferro e cemento dell`Arthur Ashe ha inevitabilmente molti occhi puntati addosso, ma nel caso di Jan gli sguardi di tutto il mondo del tennis (e non solo), tutte le telecamere dei broadcaster, i binocoli indagatori degli opinionisti, frugheranno ogni suo piccolo gesto, ogni sua minima espressione per cercare un grammo di incertezza, di emozione, proprio come gli strumenti di laboratorio che hanno scovato i 50 picogrammi dello steroide clenbuterolo (una virgola e dieci zeri) nel suo campione di urine. «Da Monte-Carlo in poi avevamo notato qualcosa di diverso», racconta qui a Flushing chi è a contatto con lui ogni settimana. «Jannik è un ragazzo estremamente cordiale, come Nadal non è cambiato affatto da quando aveva 16 anni a oggi che è il numero uno del mondo, eppure c`era come un velo nel suo sguardo. Ora finalmente si è alleggerito e anche dietro le quinte i suoi comportamenti, le sue parole, sono quelli di chi sapendo di essere innocente ha potuto finalmente provarlo». Gli Us Open sono il primo Slam che Sinner gioca senza più pesi sul cuore dopo quello vinto a gennaio in Australia. La qualificazione per le Finals è già in cassaforte, per il numero 1 di fine anno i giochi sono apertissimi, specie con Alcaraz che ieri ha interrotto l`allenamento dopo una dolorosa distorsione alla caviglia destra. Jan ha spiegato che vuole tornare a sentirsi solo «uno che gioca a tennis, perché gli piace farlo», e non un imputato. Il tabellone, però, sembra un pubblico ministero: se tutto va come prevede il seeding, avrà Medvedev nei quarti e Alcaraz in semifinale (gli stessi avversari che l`hanno sconfitto, e negli stessi turni, a Wimbledon e al Roland Garros), in finale eventualmente Djokovic che ieri in allenamento contro Wawrinka piazzava in scioltezza diritti e rovesci a due pollici dalle righe, come se i 37 anni fossero i nuovi 27. […] Gli Us Open azzurri non si fermano però a Sinner. Domani tocca a un Berrettini che trabocca voglia di ripetere i suoi exploit newyorchesi (semifinale nel 2019, quarti nel `21 e`22), e a Musetti che «vede» i top-10 (e magari Torino…). Come la numero 5 del mondo e oro di Parigi Jasmine Paolini, il Muso ha una medaglia olimpica da lucidare con qualche punto pesante. Arnaldi poi punta al primo quarto di finale Slam, Sonego dopo la rinascita a Winston Salem al riscatto di una stagione spuria; in totale gli azzurri a New York sono 10 nel maschile e 5 nel femminile. Una dose robusta, che per fortuna deve risultare positiva solo alla prova del campo.
“E adesso Sinner torna a divertirsi” (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
«Entrando nel vivo degli Us Open tutti torneranno a parlare di tennis
giocato e questo inciderà positivamente sulla testa di Jannik. E’ stato molto bravo a gestire questo fardello». Vincenzo Santopadre non ha dubbi sulla vicenda Sinner e sul modo in cui si andrà a sgonfiare non appena a Flushing Meadows si apriranno le danze. L’ex tecnico di Berrettini, attualmente coach del francese Luca Van Assche (n.111 Atp), ha parlato a pochi giorni dall`inizio dell`ultimo Slam stagionale.
Partiamo dalla fine: chi vince questo US Open?
Ah, saperlo (ride, nda). Il torneo è più incerto di altre volte, anche perché l`Olimpiade un po` falsa la stagione. Gli indiziati sono i soliti tre: Sinner, Alcaraz Djokovic. Per assurdo il più stabile in questo momento forse è Nole. Questa volta c`è spazio per qualche sorpresa come Medvedev, Rublev o Zverev. Sarà fondamentale vedere chi prenderà ritmo nei primi tre turni.
A proposito di possibili sorprese, cosa pensa del sorteggio di Berrettini?
Fritz sarebbe un osso duro al secondo turno. È un giocatore completo, gioca in casa e per caratteristiche dà fastidio a Matteo. Serve e risponde molto bene e anche se poco appariscente è sempre ostico. Poi Berrettini tante volte ha fatto cose straordinarie anche contro pronostico, quindi niente è deciso.
Quali sono le sue considerazioni sull`affaire Sinner?
Come ha raccontato lui, negli ultimi mesi è cresciuto con questa difficoltà. La faccenda ha appesantito lui e il suo team, ma la mia speranza è che da adesso possa tornare ad essere leggero. E stato molto bravo a gestire questo fardello e ora più passeranno i giorni e meglio andrà.
Da persona che vive il circuito che opinione si è fatto delle reazioni di alcuni giocatori? Sicuramente più arrabbiati con il sistema che con Sinner stesso.
Credo che alcuni non si documentino prima di parlare, lo dico perché so quanto i tennisti siano un po` leggeri su questi aspetti. L’Atp prova a comunicare, mandare mail e informare i giocatori, ma questi sono un po` dei cani sciolti. Magari non leggono le decisioni approfonditamente, ma poi sentenziano. Non voglio essere pesante, ma quelli che si informano si contano sulle dita di una mano. Tutto ciò che viene detto da tennisti e tanti addetti ai lavori per me ha poco valore. Ribadisco, gli atleti sono bravi a fare richieste e lamentarsi ma poi non conoscono le situazioni. Questo non è un bene per il tennis. Nella sentenza di Sinner non credo ci siano stati illeciti. […]
Swiatek ha detto che i giocatori sono costretti a giocare troppi tornei. Concorda?
Come fai, fai male. Atp e Wta da un lato provano a portare avanti il business per i giocatori con l`aumento di montepremi che ne consegue, dall`altro il calendario si è allargato e gli atleti sono più impegnati. Deve essere un dare e avere.
Da Paolini cosa si aspetta? Non è più una rivelazione.
Jasmine ha trovato una solidità impressionante, anche perché una cosa è essere continui da 30 del mondo, un`altra è ripetersi a Wimbledon dopo una prima finale Slam. La sua grande forza è rimanere con i piedi saldi a terra. Conoscendo lei e Renzo Furlan, non è una sorpresa: questa caratteristica la accomuna a Sinner Non so come andrà l`Us Open, ma una cosa è chiara: Jasmine ha il livello di tennis che serve per stare li dov`è.