Durante il Meeting di Rimini, la Guardia Costiera ha tenuto un importante intervento incentrato sulla sicurezza in mare, presentando i numeri relativi alle operazioni degli ultimi due anni. Nel corso dell’evento si è discusso anche del naufragio del veliero britannico Bayesian, avvenuto lo scorso 19 agosto nelle acque di Porticello, vicino a Palermo. Un tragico evento rimbalzato sulle cronache nazionali e internazionali non solo per le drammatiche circostanze del naufragio ancora da chiarire, ma soprattutto per le polemiche sollevate da alcuni sulle presunte disparità nei soccorsi condotte dalla Guardia Costiera rispetto ad altre operazioni di salvataggio
Il veliero Bayesian, con a bordo 22 persone tra cui 10 membri dell’equipaggio, era ancorato a circa 700 metri dal porto di Porticello quando, poco prima dell’alba, è stato travolto da una tromba d’acqua. La nave in meno di un minuto si è capovolta ed è affondata, causando la morte di sei persone, ed una che risulta ancora dispersa. L’incidente ha richiesto un imponente dispiegamento di risorse per recuperare i corpi delle vittime intrappolate nelle cabine del veliero, sollevando polemiche riguardo all’impegno della Guardia Costiera, accusata da alcuni di dedicare maggiore attenzione ai naufragi di imbarcazioni private e di lusso rispetto a quelli che coinvolgono migranti.
Di fronte a queste critiche, l’Ammiraglio Ispettore Sergio Liardo ha difeso con decisione l’operato della Guardia Costiera durante il dibattito al Meeting, affermando: “La Guardia Costiera non fa differenza quando ci sono delle vite in mare da salvare. Per questo voglio precisare, con un po’ di dispiacere, il motivo della grande attività svolta relativa a questo evento. Premettendo che la Guardia Costiera svolge un’attività silente e lo fa tutti i giorni per la salvaguardia delle vite in mare, e lo fa anche quando deve recuperare dei corpi da consegnare ai familiari”.
Liardo ha continuato ricordando la sua esperienza nelle operazioni di recupero a Lampedusa: “Le attività svolte per il naufragio del veliero Bayesian sono attività che tante volte sono state fatte anche a Lampedusa. Io stesso con la Procura di Agrigento ho coordinato due operazioni dei nostri sub a 60 metri di profondità. La situazione era diversa da quella attuale perché i migranti, dopo il capovolgimento dello scafo, erano fuori, per questo fu più “semplice” se si può usare questo termine, recuperare i corpi delle vittime che consegnammo alle loro famiglie che furono fatte arrivare. Quindi mi sento di dire che, quando si tratta di soccorrere, non ha importanza la nazionalità né il colore della pelle, ha solo importanza esserci e fare il massimo di quello che possiamo. Voglio ringraziare i sub della Guardia Costiera e i Vigili del Fuoco che hanno operato a profondità importanti e lo hanno fatto con tanta professionalità, riuscendo a recuperare i corpi delle vittime del naufragio.”
I numeri della Guardia costiera
All’incontro "E…state in sicurezza con la Guardia Costiera" a cui hanno partecipato Il Comandante Cosimo Nicastro, Capo Ufficio Comunicazione della Guardia Costiera, l’Avvocato Antonio Bufalari, Segretario Generale di Assonautica, e l’Ingegnere Giovanni Ceccarelli, esperto progettista nautico, sono stati forniti dati significativi sulle operazioni di ricerca e soccorso (SAR) svolte dalla Guardia Costiera negli ultimi due anni.
L'analisi dei numeri presentati dalla Guardia Costiera al Meeting di Rimini fornisce un quadro dettagliato dell'attività di soccorso in mare. Nel 2023, la Guardia Costiera ha condotto 1.494 operazioni di ricerca e soccorso (SAR). Questo dato indica un'efficienza operativa significativa, con una media di una persona salvata per ogni operazione effettuata. Tuttavia, nonostante l'elevato numero di vite salvate, ci sono stati 99 decessi, di cui la maggior parte annegamenti dovuti a malori di persone in una fascia di età compresa tra i 65 e gli 80 anni.
Nel 2024, al 19 agosto il numero di operazioni SAR è leggermente diminuito, con 1.310 interventi. Nonostante la riduzione delle operazioni, il numero delle vittime è purtroppo aumentato, raggiungendo quota 101. Questo aumento del tasso di mortalità è legato al fatto che tra le vittime del 2024 si annoverino anche le sette persone decedute nel naufragio del Bayesian, un evento che sottolinea l'imprevedibilità e la pericolosità delle situazioni in mare.
Un altro dato rilevante riguarda le unità soccorse in mare, che passano da 453 nel 2023 a 395 nel 2024. Incidenti dovuti a incagli, collisioni e incendi.
Infine, l'operazione “Mare e Laghi Sicuri” ha visto l'impiego massiccio di risorse: sei navi maggiori, due aerei mobili, sette elicotteri, e circa 250 tra battelli di polizia e motovedette SAR, supportate da 2.000 uomini e donne. Questo straordinario dispiegamento di forze sottolinea l'impegno della Guardia Costiera nel prevenire incidenti e garantire la sicurezza dei mari e delle coste italiane. L’istituzione dimostra così di essere sempre pronta a rispondere con prontezza e professionalità a qualsiasi emergenza, come evidenziato dall'intervento dell’Avvocato Antonio Bufalari di Assonautica. "Ringrazio i vertici della Capitaneria di Porto per l'invito. È fondamentale continuare a promuovere la cultura della sicurezza in mare, tenendo a mente che ogni anno, purtroppo, si verificano incidenti che comportano la perdita di vite umane. Il rispetto delle norme di sicurezza e il ricorso a operatori nautici qualificati non rappresentano solo misure precauzionali, ma veri e propri obblighi morali per tutelare noi stessi e gli altri. Solo attraverso la consapevolezza e l'osservanza delle regole possiamo prevenire tragedie e garantire che il mare rimanga un luogo sicuro per tutti."