Il caso Sinner è sulla bocca di tutti, esperti e non, appassionati di tennis della prima e dell’ultima ora. Ma anche, e soprattutto, dei colleghi tennisti, ognuno dei quali ha reagito a suo modo alla notizia della positività di Jannik, subito però scagionato da accuse e senza squalifiche o pene disciplinari, essendo appurata la sua mancanza di colpa o negligenza. Spiegazione che non è però bastata a tutti, con reazioni diverse, più o meno focose.
Sicuramente spiccano le parole, spesso eccessive, di Kyrgios. Ma anche Denis Shapovalov, di recente protagonista di una vicenda non chiarissima con l’ATP, ha presto espresso la sua, di opinione, chiosando su X: “Regole diverse per giocatori diversi“. Un’allusione tutt’altro che velata all’italiano e al suo caso, che però sin da subito sembrava non contenere vere e proprie accuse nei confronti del n.1 al mondo quanto una concisa e aspra constatazione sul funzionamento non sempre trasparente del sistema giudiziario per quel che concerne il tennis. E, per sottrarsi ad equivoci, il canadese ha chiarito la sua posizione in un’intervista a Tennis Majors nella giornata di mercoledì.
“Onestamente non ho niente contro Jannik“, spiega l’ex n.10 ATP, “per me si tratta solo di come gestiscono ogni situazione diversamente, in base al giocatore coinvolto. Non è giusto che a causa della positività alcuni giocatori siano stati sospesi per anni, e altri possano giocare mentre loro cercano solo di nascondere la cosa sotto il tappeto. Ci sono un paio di giocatori che non sono mai risultati positivi, hanno mancato un paio di test e poi sono stati sospesi per 18 mesi“. Giudizi che contengono purtroppo tanta verità, quelli di Shapovalov, ma che al contempo certificano come le sue parole non costituissero neanche lontanamente un attacco a Sinner, ma solo una riflessione su quanto ci sia da cambiare. In meglio per tutti. Questo, sì, è chiaro.