Basta uuna foto e la “gita” a Chicago di Roberto Speranza si trasforma in un “massacro”. Tra la folla dello United Center di Chicago, che ospita in questi giorni la convention dei democratici americani, spunta a sorpresa lui, l’ex ministro della Salute che tanti danni morali e materiali provocò ai tempi della pandemia. “Ho fatto un ora di fila per entrare”. Le sue foto rimbalzate sui social portano un carico di ilarità notevole. «Chicago è la città del vento. E forse proprio da qui può partire una stagione nuova per gli Stati Uniti». E già questa frase poetica ce lo pone sotto un’aura umoristica. Si “genuflette” a Kamala Harris, affermando che è il modello che può far bene all’Italia e dai social a reti unificate partono sberleffi e sfottò a raffica: “Se c’è Roberto Speranza a supportare Kamala Harris, allora Trump può iniziare a organizzare il trasloco per la Casa Bianca!!!”. E un altro utente su Fb esprime un auspicio: “Se è vero restaci. E a mai più rientro”.
Sul web la sua foto col cartello inneggiante alla Harris come un adolescente innamorato a noi fa molto ridere, ma ai più suscita rabbia. “Ma non ha ritegno a farsi vedere? Invece di pensare ai fatti degli altri pensi ai problemi che ha causato al proprio paese. Tachipirina e vigile attesa gratis a tutti gli americani….”. Si scatenano sulla sua “irrilevanza” nel panorama internazionae e lo stritolano: “Senza vergogna volano in America. Sai agli americani cosa gli frega del sostegno di questo alla Harris”.
E infatti, a detta degli inviati, nessuno lo riconosce: Speranza chi era costui? Ma lui è felice lo stesso. Non si sa se si sia imbucato – come maliziosamente ma non troppo adombra la Verità-; o se sia stato il Pd ad utilizzarlo come inviato, per respirare l’aria che tira. Fatto sta che nella folla «quando i delegati che incontro capiscono che sono italiano tirano fuori sempre un bellissimo “uaooo!”», scrive su X. il che è sufficiente per dare a Speranza «la conferma del fatto che tra il nostro Paese e gli Stati Uniti ci sia un rapporto speciale». “Mo fa mette la mascherina a tutti”, scrive un altro utente. A chi non è particolarmente interessato alla politica americana, basta la sua presenza per renderlo edotto: “Diciamo che adesso non ho dubbi su chi fare il tifo!”. “Trump tutta la vita” gli fa eco un altro. E giù battute:
“Ma come, sta lì senza mascherina e distanziamento?”. Un commento dietro l’altro, sbersleffi e accuse continui. Non c’è dubbio che sia il politico più detestato della storia repubblicana recente. “Si è trasferito in America perché sa già che dalla Commissione di Inchiesta sul COVID non ne verrà fuori bene !!”. “Purtroppo non vi limite al ridicolo”, scrive ancora un utente.
Speranza nel suo reportage dice di essere un fan assoluto di Bernie Sanders e comincia a fare paragoni iperbolici: dice che Sanders è “il Bersani dei democratici americani”. Poi “sua mestizia” riesce nel difficile compito di mettere un velo di tristezza sull’atmosfera. Non cosciente dei commenti sui social che stanno demolendo la sua gestione della pandemia, lui di cosa parla? Della pandemia. Incontra Xavier Becerra, responsabile della sanità dell’amministrazione Biden. Si conobbero durante i “beati” tempi delo Covid, racconta. «È il loro ministro della salute. Abbiamo lavorato insieme negli anni più duri della pandemia ed è nata una bella amicizia», ricorda Speranza quasi con rimpianto per i trascorsi che solo lui ricorda con nostalgia. E infatti un utente non ha dubbi: “Questa immagine è un incubo”.
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