In Europa c’è un unico caso conclamato di Clade 1, la variante del vaiolo delle scimmie considerata più pericolosa. È quello registrato dall’Agenzia svedese per la sanità pubblica a Ferragosto.
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Ma dopo che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato l’emergenza globale, i dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie di Friuli Venezia Giulia e Veneto sono pronti ad attivare «tutte le misure eventualmente necessarie, a partire dalla sorveglianza sanitaria» per contrastare la diffusione del Mpox, come assicura per il Fvg l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi.
Che conferma come la Regione abbia attivato la rete di approvvigionamento dei vaccini, sebbene «non ci siano in questo momento motivi per scatenare allarmismi».
Riccardi è in contatto con la sua omologa veneta, l’assessore regionale Manuela Lanzarin, «con cui parlo continuamente: non è mai mancata la collaborazione, a prescindere da questo caso specifico».
Le Regioni attendono per lunedì 19 agosto la circolare del Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute che conterrà «indicazioni alla popolazione e agli operatori impegnati nei siti di frontiera», come ha chiarito lo stesso capo della struttura ministeriale, Mara Campitiello, evidenziando come «la situazione epidemiologica in Italia al momento è sotto controllo poiché non sono stati accertati casi del nuovo ceppo (Clade 1) di Mpox».
Il nuovo ceppo dell’infezione da Mpox, denominato Clade 1b, sembra più aggressivo e virulento rispetto a quello responsabile dell’epidemia mondiale del 2022-23, ovvero Clade 2, la cui letalità era prossima allo zero.
Questa variante del virus è monitorata da due anni dal Ministero della Salute, che mensilmente dirama un bollettino sulla diffusione dell’infezione. Nell’ultimo report, rilasciato l’8 agosto, si segnalano nove nuovi casi di Clade 2 in Italia, di cui sei in Veneto (77 in totale dal 2022), due in Friuli Venezia Giulia (20 dal primo monitoraggio) e uno in Lombardia. Dati che appaiono disallineati, probabilmente per una questione di trasmissione delle statistiche, da quelli in possesso delle Regione: tutti i casi che risultano in Veneto (8, di cui 4 confermati) sono relativi al periodo gennaio-marzo 2024, fa sapere l’assessore Lanzarin, evidenziando come «in questi giorni non abbiamo ricevuto alcuna ulteriore segnalazione».
In Friuli Venezia Giulia «abbiamo avuto casi di virus del vaiolo delle scimmie, ma nella variante meno aggressiva che colpisce soltanto specifiche categorie a rischio», indica Riccardi, parlando di casi «del 2022 e 2023».
La trasmissione da uomo a uomo è avvenuta per la prima volta nel 2022, quando l'epidemia era stata sostenuta quasi esclusivamente attraverso il contatto sessuale, ma può avvenire anche tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee, da oggetti contaminati o per il contatto prolungato faccia a faccia.
Per quanto riguarda il vaccino, l’Istituto superiore di sanità osserva che è possibile che chi sia stato vaccinato contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) sia a minor rischio di infezione da vaiolo delle scimmie.
