Una borseggiatrice con una pena da ergastolo. A 31 anni dovrà scontare 30 anni di carcere. Un cumulo di pena che una donna nata in Croazia, ha collezionato in 20 anni di “carriera” nei quali ha messo insieme almeno 148 tra furti, borseggi e rapine, tutti consumati tra Roma e Milano. L’incredibile vicenda è emersa ieri con l’arresto della donna. Che essendo sempre incinta puntualmente viene rimessa in libertà.
Lunedì i carabinieri della compagnia di Pomezia hanno raggiunto il campo di Castel Romano e notificato il provvedimento di esecuzione di pena definitivo emesso dalla procura di Roma. La 31enne, come dice il giudice, dovrà scontare un residuo pene pari a 30 anni di reclusione. A questo si somma anche la multa di oltre 10mila euro che dovrà pagare(essendo nullatenente non pagherà mai).
Oggi la donna, mamma di 10 figli, è in carcere dopo un ordine definitivo di condanna, ma potrebbe presto potrebbe lasciare l’istituto di pena di Rebibbia. A maggio, infatti, ha partorito il suo decimo figlio. Il piccolo, di neanche tre mesi, non può restare solo. Alla base c’è l’articolo 146 del codice penale, che sospende le pene per le donne incinte o madri di figli fino a un anno. Su questo punto il governo Meloni ha impresso una svolta prevedendo l’invio in comunità delle donne nel periodo previsto in attesa di andare poi in carcere.
L’avvocato della 31enne croata ha presentato già una richiesta di differimento pena secondo la legge. La questione non è certo una novità. Ci sono decine di ragazze (con i loro sfruttatori) che soprattutto tra Milano e Roma fanno leva su una distorsione della giustizia.
Il curriculum criminale della 31enne, che già quando era minorenne era diventata mamma e legata a una delle famiglie rom più note, è vario. Per anni ha “lavorato” con gruppi di borseggiatrici che ogni giorno girano tra le maggiori mete turistiche italiane. In passato per qualche mese era rimasta anche dietro le sbarre. Poi le gravidanze e lo status di “mamma”, come legge vuole, l’hanno rimessa in libertà. Ora la sentenza di condanna che potrebbe portare a una nuova scarcerazione. In ogni caso, per il principio del favor rei, le nuove norme non si applicherebbero alla donna.
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