“Non posso credere che il concerto che aspettavo da più di 10 anni non si farà più. Non credo riuscirò mai a superare tutto questo”, ha scritto una fan di Taylor Swift sotto al post Instagram di Barracuda Music, una pagina che si occupa di eventi musicali in Austria. Le affezionatissime Swifties si dicono ancora sconvolte per quella che si sarebbe potuta trasformare in una tragedia (potenzialmente) senza precedenti. Le autorità austriache hanno infatti arrestato due persone accusate di star progettando un attentato terroristico di matrice jihadista in occasione di uno dei tre live (ora annullati) della pop star statunitense. Il connubio perfetto: l’occidente ed una delle sue icone, Taylor Swift. Uno dei due papabili attentatori incarcerati, di 19 anni, riporta Adnkronos, avrebbe confessato le sue intenzioni alla polizia austriaca. Tra i dati che più preoccupano la pubblica sicurezza europea è l’affiliazione, sempre maggiore, di nuove leve di terroristi, molti dei quali giovanissimi, anche minorenni, quasi insospettabili.
Le esibizioni si sarebbero dovute tenere allo stadio Ernst-Happel. Neanche a dirlo le date che avrebbero dovuto ospitare Taylor Swift – rispettivamente l’8, il 9 ed il 10 agosto – hanno registrato sold out al botteghino. D’altro canto, da qualche anno a questa parte, il fenomeno legato all’artista americana è incredibilmente fuori controllo. Taylor – singolare a dirsi – è una bilancia per l’inflazione di (quasi) ogni città del mondo. Dove si sposta lei per suonare, lo fanno anche migliaia di seguaci. Un circolo che si potrebbe riassume con: soldi (tanti) e passione viscerale dei fan.
E proprio in queste turbolente ore, conseguenti all’annullamento dei tre live a Vienna, migliaia di Swifties hanno espresso le proprie preoccupazioni a seguito della notizia sul rischio attentati. “Il denaro è sostituibile, le vite non lo sono”, ha scritto una fan. “Sono contento che abbiano cancellato gli spettacoli. Meglio così che un altro attacco terroristico da Manchester a Vienna”, ha commentato un’altra utente ricordando quando, il 22 maggio 2017, ci fu un attacco suicida alla Manchester Arena nell’omonima città, al termine del concerto di Ariana Grande. Nel calderone di opinioni c’è anche chi – probabilmente un po’ troppo velocemente – si è lamentato della (momentanea?) non riprogrammazione dell’evento: “Aspettare un anno intero perché venga cancellato?! Perché non riprogrammare?! Abbiamo aspettato così tanto tempo per il concerto e siamo venuti in un altro paese per sentirci dire il giorno prima che non avremmo mai potuto vivere l’Eras Tour… è così straziante a così tanti livelli”, ha spiegato una Swifties.
“Mancavano 20 minuti all’imbarco sul mio volo per l’Austria dall’America quando è arrivata questa notizia. Uscire dall’aeroporto è stata l’esperienza più strana della mia vita”, ha scritto un ragazzo che, come moltissimi altri, sarebbe dovuto venire appositamente dagli States per assistere all’esibizione di Swift. Il tema sicurezza per i live della “popstar più influente del mondo” è sempre molto delicato. Ora più che mai. Oltre a dover assicurare la salvaguardia degli spettatori paganti, le autorità devono anche monitorare ciò che avviene all’esterno degli stadi. Questo perché sono decine di migliaia i fan che si riuniscono fuori dagli impianti per intonare a squarciagola le canzoni di Taylor. Inoltre, il timore che questa fresca ondata di (giovani) terroristi possa colpire è dietro l’angolo. Come riportato dal Corriere della Sera, avendo come porta d’accesso la Turchia e l’Est d’Europa, i terroristi del centro-asia stanno reclutando molti militanti che potrebbero minare la sicurezza interna dell’UE.
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