“Nel corso del 2025 sia l’indotto, sia Stellantis esauriranno gli ammortizzatori sociali. Se non si interverrà per tempo ci saranno licenziamenti di massa“, a lanciare l’allarme è il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, che stima, se le cose non cambieranno, “almeno 12mila posti a rischio negli stabilimenti di Stellantis e altrettanti, se non di più, nelle fabbriche della componentistica”. Il limite di utilizzo della cassa integrazione è di tre anni e, in molti casi sono state ormai utilizzate anche le deroghe. L’avvertimento della Cisl arriva a meno 24 ore dalla conclusione dell’ennesimo tavolo sull’auto al ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit), in cui il ministro Urso è tornato a rinfacciare a Stellantis di non aver rispettato per ora gli impegni assunti su un incremento dei volumi produttivi nel nostro paese.
“Abbiamo sollecitato più volte i ministeri coinvolti, Mimit e Lavoro, ma non hanno finora dato risposte. Con tempi diverse sono tante le aziende, oltre a Stellantis, in cui gli ammortizzatori finiranno nel 2025. Bisogna stanziare risorse aggiuntive“, spiega Uliano. “Il protocollo per il settore – prosegue il segretario generale della Fim Cisl – deve affrontare tutti questi temi, ammortizzatori, formazione, ricollocazione, riconversione industriale, costi. C’è anche il tema di come accompagnare la filiera industriale. Una riunione come quella del Tavolo automotive sarebbe stata utile se avesse portato a sottoscrivere questo protocollo. Purtroppo dopo un anno non è così. Penso che la situazione che abbiamo davanti nel settore è complessa e va approcciata in maniera sistematica, pena il fallimento”. Vale la pena ricordare come il gruppo Stellantis, in cui la famiglia Agnelli Elkann è ancora primo azionista attraverso la holding olandese Exor, abbia chiuso il 2023 con profitti per 18,6 miliardi di euro e distribuito ai soci 6,6 miliardi di euro.
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