Non c’è stato modo di separare il cagnolino dal suo padrone. Piangeva, si disperava, abbaiava: non avrebbe mai lasciato che l’anziano amico rimanesse da solo. L’esempio di legame affettuoso e protettivo che si sono trovati davanti i paramedici del Pronto soccorso di Schiavonia è stato commovente.
A tal punto che – in una staffetta di altruismo – gli autisti delle ambulanze e gli infermieri e i tecnici dell’ospedale che smontavano dalla struttura sanitaria, si sono dati il cambio per fare compagnia al cagnolino mentre il padrone veniva curato all’interno del Pronto soccorso.
A raccontare la storia di qualche giorno fa la direttrice dell’Emergenza di Schiavonia, Roberta Volpin: «Il padrone del cane è un “habitué” del nostro Pronto soccorso», racconta, «una di quelle persone che per l’età, per le fragilità, per la solitudine, vede l’ospedale come un punto di riferimento nella sua vita. Aveva bisogno delle nostre cure, ma non voleva separarsi dall’amico a quattro zampe e nemmeno il cagnolino voleva lasciare da solo l’anziano amico. Così gli operatori del Triage, mentre il paziente si sottoponeva alle indagini terapeutiche, hanno accudito e coccolato il cane – adottando naturalmente tutte le accortezze igienico-sanitarie – fino alla dimissione dell’uomo e al rientro a casa di entrambi. Conosciamo il signore, sappiamo che il suo cane lo accompagna ovunque: al bar, fuori dal supermercato, qui lo conoscono proprio tutti. È un animale davvero molto dolce, era impaurito e anche lui aveva bisogno di rassicurazioni».
L’uomo, paziente del Distretto Padova Sud, rientra in quella parte di persone che non hanno reti familiari, amicali o sociali nella loro vita. A volte gli animali da compagnia diventano l’unico amico, il più importante: «Non è la prima volta», conferma la dottoressa Volpin, «che mi capita di incontrare anziani che non si staccano dai loro animali. Ma mentre il gatto è più autonomo e si lascia persuadere a restare da solo, è davvero molto difficile separare un cane dal padrone che vede in difficoltà. Ci capita anche con i bambini, ma in quel caso la diede che non si deve separare è quella con la mamma o in generale un genitore. Nel caso degli anziani di solito chiediamo il supporto dei servizi sociali o, magari, l’intervento di un vicino. In questo caso non è stato possibile perché era sera tardi. Insieme, cane e padrone, hanno dato vita ad un sodalizio molto bello che, tuttavia, fa capire che dietro c’è tanta solitudine».