Dalla sistemazione di panchine e staccionate della Restera alla tinteggiatura del sottopasso dell'Appiani, ripulito dalle scritte come la pareti esterne della curva dello stadio Tenni. Si chiama "Ci sto? Affare fatica" ed è un progetto nazionale di cittadinanza attiva: solo a Treviso ha riguardato 70 ragazzi fra i 14 e 19 anni (hanno aderito altri 33 Comuni della Marca per un totale di 980 partecipanti).
Invece di fare festa o di qualche gita al mare, hanno dedicato le giornate di giugno e luglio a vari lavori a servizio della comunità, occupandosi di giardini, ringhiere, portabici, aiuole. Pure la creazione di una parete effetto lavagna per la scuola dell'infanzia Barbisan a Santa Bona.
«La dimostrazione che i ragazzi sono la soluzione e non il problema», commenta il sindaco Mario Conte, «quelli che aiutano la comunità sono molti di più dei giovani che fanno casino in piazza nei fine settimana».
Il progetto, coordinato dalla coop Kirikù, ha registrato un successo clamoroso per la sua prima volta nel capoluogo, quinta a livello provinciale: «Abbiamo avuto più di 100 richieste», spiega Gloria Sernagiotto, assessore alle Politiche Giovanili, «Speriamo che questi giovani siano anche di esempio per chi fa scritte sui muri: il bello è che alcuni di sera andavano a controllare che il loro lavoro non fosse stato guastato».
I ragazzi sono stati affiancati da tutor e tuttofare individuati dalla Protezione civile, alpini e Confartigianato.