Quattro giorni ancora e i giorni di guerra all’Ucraina saranno 900. Guerra di invasione presentata come “operazione speciale” di polizia che avrebbe dovuto sbrigare le cose al massimo in una settimana. Vicini al 900esimo giorno, ormai non si combatte solo in Ucraina, a difesa del Paese, ma dentro la Russia.
Non può non ammetterlo lo stesso canale Telegram “Rybar”, vicino al ministero della Difesa russo. Dice che 400 uomini delle forze armate ucraine, con alle spalle 2mila uomini a difesa della linea di confine, avanzano nella regione di Kursk.
Dopo aver conquistato i villaggi di Nikolaevo-Daryno, Darino e Sverdlikovo, stanno superando pure Goncharovka e Oleshnya, puntando su Sudzha, antica città fortezza, già evacuata. E Sudzha è a soli 100 chilometri da Kursk.
La Storia gioca pure col caso. E il caso vuole che Kursk rinvii al 12 agosto del 2000, alla tragedia del sottomarino Kursk esploso nel mare di Barents. In fondo al mare, rimasero intrappolati 118 uomini di equipaggio. Le madri e le mogli di quegli uomini ancora oggi puntano il dito accusatore verso Putin, ritenuto responsabile di averli lasciati morire, dicendo no agli aiuti occidentali che si ritenevano in grado di poter salvare quei ragazzi. Furono giorni drammatici, drammatici i messaggi dal Kursk.
Una pagina nera del Cremlino. Era l’agosto del 2000, vicini alla ricorrenza, Kursk tornare coi suoni e l’orrore della guerra.( nella foto, mezzi militari russi distrutti nella battaglia di Kurk)
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