CORDOVADO. «Era una donna in gamba, non meritava questa fine. Mi auguro che riescano a individuare il pirata della strada che l’ha investita». È addolorata e amareggiata, Gabriella Cristante, sorella di Natalia, l’81enne di Teglio Veneto, originaria di Cordovado, falciata e uccisa da un veicolo la mattina di lunedì 5 agosto a Portovecchio, sulla strada provinciale che collega Portogruaro a San Vito al Tagliamento.
Per il momento, i carabinieri non indicano novità significative nella ricerca della persona investitrice, ma indagano su un paio di scarpe, quelle della vittima, che sono state trovate appaiate sul ciglio della strada dov’è successo l’incidente mortale. È un particolare importante, in quanto potrebbero esserci le impronte di chi l’ha investita: si ipotizza che qualcuno possa averle recuperate e appaiate dopo che la donna le aveva perdute in seguito all’impatto, oppure che qualcuno gliele abbia sfilate.
Intanto, il pubblico ministero Federica Urban non ha ancora fissato la data dell’autopsia. L’esame sarà eseguito dal medico legale Antonello Cirnelli. La salma di Natalia è ancora alla cella mortuaria di via Friuli, a Portogruaro.
Nell’attesa di qualche risposta, a casa della sorella Gabriella Cristante, la tensione si taglia col coltello. Siamo a Cordovado, nel rione Belvedere, dove si accavallano sete di giustizia e ricordi di una vita.
«L’ultima volta che mia sorella è venuta qui è stata sabato. Mi è venuta a trovare con la sua inseparabile bicicletta. Faceva molto caldo, quel giorno. Abbiamo pranzato assieme, parlando del più e del meno. Alla fine, i miei familiari e io non ci siamo fidati, a rivederla salire in bici per rientrare a Teglio. Faceva troppo caldo e il tragitto non è breve, così l’abbiamo accompagnata a casa in macchina. Lei amava molto andare in bici e percorreva tantissimi chilometri al giorno».
Dopo essere rientrata da Torino, Natalia si era stabilita in via Portogruaro a Teglio Veneto. «Una casa spaziosa – ricorda la sorella –, dove aveva sempre tante cose da fare. Non saprei dire il motivo per cui si trovasse in bici così presto al mattino, pedalando verso Portogruaro. Forse qualche commissione. Lei amava tanto anche badare alla casa e al pollaio, così come faceva da bambina. Amava molto allevare le galline e curare il giardino. Aveva una propensione naturale per questi compiti».