«So già dove andrà a finire gran parte della tredicesima: a coprire l’aumento dell’affitto»: è l’amaro commento di un docente precario fuori sede di Castelfranco a cui anche quest’anno hanno ritoccato l’affitto. «È ormai un rito che si ripete anno dopo anno: sto già pagando settecento euro al mese per un mini appartamento. Insomma quasi metà dello stipendio se ne va solo per abitare in città. Ho provato a guardarmi intorno per trovare altre soluzioni, ma case in affitto proprio non ce ne sono».
Un problema quello del caro-affitti che è diventato un’emergenza in città, legato in gran parte alla carenza di appartamenti con le metrature più appetibili, ovvero i classici camera-cucina-bagno-ripostiglio.
Li cercano gli insegnanti che arrivano nel polo scolastico della città, ma anche medici e infermieri e altre tipologie di professionisti. Proprio a fronte di questo problema Aeep ha siglato una convenzione con lo Iov per mettere a disposizione il suo patrimonio immobiliare disponibile e si appresta a farlo anche con l’Ulss 2, non escludendo di poter fare qualcosa di simile con il mondo della scuola.
A lamentarsi della carenza di alloggi in affitto sono anche gli immobiliaristi: «È un problema drammatico anche per noi», dice Agostino Venis Zanella, titolare dell’omonima e storica agenzia di Castelfranco, «perché non riusciamo a soddisfare le richieste che sono tantissime. Gli appartamenti da 70-80 metri quadri sono ormai introvabili e sono anche i più richiesti. Come prezzi saremmo sui 550 euro al mese per un mini arredato ma non ce ne sono. Il motivo è molto semplice: da dieci anni non li costruiscono più, preferendo metrature più ampie. È un problema generalizzato, non riguarda solo Castelfranco, ma anche il territorio circostante».
Capita così che nella trattativa la carenza, anzi l’assenza, di mini-alloggi porti all’esplosione dei prezzi, a volte al di là di quanto riportato dal contratto.
Eppure girando la città, soprattutto in centro, sono molte le finestre permanentemente chiuse: i dati parlano di 2.046 alloggi vuoti su 16. 119 a Castelfranco. «Spesso», continua Zanella, «si tratta di appartamenti che avrebbero bisogno di una ristrutturazione. Se invece si guarda al nuovo, semplicemente attendono di essere occupati da chi li ha acquistati, magari non loro direttamente, ma i figli». E a cio si aggiunga che altri proprietari preferiscono tenerli vuoti.
In un mercato castellano dove il metro quadro ha un valore di 3.500 euro è ovvio che i costruttori (anche a fronte di un aumento delle materie prime) guardino più ai “tre-camere” che ai mini.
Chi ha analizzato a fondo la situazione in città è Pietro Pellizzari: castellano, ha fondato WikiCasa, il portale che, anche grazie all’intelligenza artificiale, permette di monitorare il mercato immobiliare, anche a livello puntuale: «L’aumento dei tassi dei mutui, che ha raggiunto nel 2023 il proprio picco, ha ridotto notevolmente le capacità di spesa delle famiglie italiane, che hanno così iniziato a manifestare un interesse crescente per la locazione», spiega Pellizzari.
«Di conseguenza, una forte domanda a parità di offerta ha generato un aumento dei prezzi importante. A Castelfranco, per esempio il prezzo medio di un immobile in affitto è aumentato del 20% rispetto a 4 anni fa e lo stock di immobili disponibili si è notevolmente ridotto. La ricerca di una casa in affitto è una soluzione molto ricercata da single o giovani coppie, che oggi costituiscono una componente sempre più grande della popolazione, e prediligono solitamente tagli più piccoli, vista la mancanza di necessità di avere ampi spazi a disposizione»
«Allo stesso tempo, l’offerta immobiliare di comuni come Castelfranco è ricca di immobili storici che contribuiscono al nostro patrimonio culturale – continua - ma che oggi non rispondono alle esigenze dei giovani, in quanto realizzati per nuclei familiari con esigenze ben diverse rispetto a quelle odierne. È necessario che i nuovi progetti residenziali e le ristrutturazioni tengano conto di queste nuove necessità, e puntino fortemente sulla locazione. Costruire per vendere rimane sicuramente la principale strategia degli sviluppatori immobiliari, ma costruire nuovi immobili con la finalità di metterle sul mercato delle locazioni (build to rent) diventerà una strada sempre più interessante».