L’inviato speciale della Cina per gli affari eurasiatici, Li Hui, ha intrapreso un viaggio in Brasile, Sudafrica e Indonesia per consultazioni sul piano di Pechino per porre fine alla guerra in Ucraina. Tutti e tre i Paesi hanno cercato attivamente di facilitare i negoziati sulla questione. Con il Brasile, dove Li Hui è arrivato il 28 luglio, Pechino ha forgiato un’iniziativa di pace congiunta, ampiamente sostenuta a livello internazionale, lo scorso 23 maggio. Brasile e Sudafrica sono membri originari dei BRICS. Lo è anche l’India, il cui Primo ministro Narendra Modi si è offerto di fare da mediatore per risolvere il conflitto tra Ucraina e Russia e si recherà a Kiev nella seconda metà di agosto.
Il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi (foto) ha chiarito che la base dell’ottimismo per il raggiungimento di una soluzione negoziale tra Ucraina e Russia non è una formula magica, ma la prospettiva dei benefici derivanti dall’adesione all’Iniziativa Belt and Road (BRI) e ai suoi grandi progetti. Ha ricordato come nel dicembre 2013 il governo ucraino di allora, cioè prima del colpo di stato del Maidan, avesse già aderito all’iniziativa. Come ha riferito la CGTN il 24 luglio, Wang ha affermato che “l’Ucraina è stata uno dei primi Paesi a sostenere e a partecipare all’Iniziativa Belt and Road” e che “le due parti dovrebbero capitalizzare il ruolo dei meccanismi di cooperazione bilaterale e rafforzare la cooperazione pratica in vari campi”. Ha inoltre sottolineato che entrambe le parti dovrebbero portare avanti una cooperazione vantaggiosa e sviluppare le relazioni in una prospettiva a lungo termine.
Wang ha evitato di menzionarlo, ma il colpo di Stato del 2014 e i successivi governi di Petro Poroshenko e Volodymyr Zelensky hanno interrotto i piani di cooperazione. Il capo della diplomazia di Pechino si è limitato a ricordare all’Ucraina la strada non percorsa, come se fosse acqua passata, con la Cina pronta a riprendere il discorso da dove era stato interrotto.