Pinky Jolley, una donna britannica di 46 anni, ha vissuto un calvario durato due anni a causa di un intervento di riduzione dello stomaco fallito in Turchia. L’operazione, che avrebbe dovuto aiutarla a perdere peso, ha invece portato a gravi complicazioni, tra cui un’infezione potenzialmente letale e l’impossibilità di mangiare cibo. Tutto è iniziato quando, dopo aver raggiunto il peso di 113 chili e affrontato gravi complicazioni mediche che l’avevano costretta su una sedia a rotelle, ha deciso di volare in Turchia per una gastrectomia, un’operazione che avrebbe rimosso l’85% del suo stomaco. Quello che doveva essere un intervento risolutivo si è però trasformato in un incubo.
Poche ore dopo l’operazione, Pinky ha iniziato infatti a stare male, con forti dolori allo stomaco, vomito e disidratazione. Quattro giorni dopo, tornata a casa a Wirral, nel Merseyside, nel Regno Unito, le sue condizioni non accennavano a migliorare e il suo medico di base le ha consigliato una visita urgente all’ospedale. I medici hanno scoperto una grave infezione e la donna è stata sottoposta immediatamente a un altro intervento allo stomaco che le ha salvato la vita.
Dopo l’intervento, si è ripresa ma da lì ha iniziato a nutrirsi solo con il sondino: viste le condizioni del suo stomaco, i medici le avevano addirittura detto che non avrebbe più potuto mangiare cibo solido. Nonostante questa difficile prospettiva, Pinky non ha mai perso la speranza: “Mi sento ingannata e sconvolta dal fatto che qualcosa che avrebbe dovuto aiutarmi mi abbia causato così tanta sofferenza”, ha raccontato al Mirror. “Ho perso 25 chili in quattro settimane perché il mio stomaco era così piccolo. Volevo perdere 50 chili in due anni. Ho dovuto usare un sondino per l’alimentazione per aiutarmi, ma è tutto così doloroso”.
Pinky ha affrontato mesi di sofferenza e frustrazione, costretta a nutrirsi attraverso un tubo e dipendente dagli altri per le attività quotidiane: “Non potevo fare nulla da sola“, ha spiegato. “Dovevo dipendere dagli altri per qualsiasi cosa. Non potevo nemmeno sedermi a tavola con la mia famiglia senza sentirmi esclusa. Guardarli mangiare era una tortura. Ero arrabbiata e depressa. Ogni giorno era una battaglia per cercare di mantenere un po’ di normalità”.
Nonostante la disperazione, non ha mai perso la speranza di poter tornare a una vita normale. Nemmeno i chirurghi del Solihull Hospital si sono dati per vinti: negli ultimi giorni, hanno programmato un intervento rivoluzionario che potrebbe permettere a Pinky di tornare a mangiare dopo quasi due anni. La donna ha condiviso la sua gioia: “So che non risolverà tutto e non sarà una cura, ma sarò in grado di mangiare di nuovo. Potrò uscire con gli amici, avere una vita.” Ha aggiunto: “Non vedo l’ora di gustare di nuovo un pasto vero. È una cosa che molti danno per scontata, ma per me sarà un miracolo“.
L'articolo Si sottopone ad una gastrectomia per dimagrire ma qualcosa va storto, la storia della donna che non mangia da due anni: “Guardare gli altri a tavola è una tortura” proviene da Il Fatto Quotidiano.