Si spengono sul più bello le speranze di Flavio Cobolli di conquistare il suo primo titolo ATP in carriera. A Washington è il padrone di casa Sebastian Korda a vincere 4-6 6-2 6-0 dopo un’ora e trentacinque minuti in un incontro relativamente breve, ma molto intenso. Un inizio e un livello importante per l’italiano che però non ha saputo mantenerlo per il resto della finale, sciogliendosi man mano sotto i colpi di un Korda in stato di grazie nell’ultimo set e mezzo che scrive il suo nome nell’albo d’oro del torneo 32 anni dopo quello di suo padre Petr, vincitore anche dell’Australian Open del 1998.
[4] S. Korda b. [10] F. Cobolli 4-6, 6-2, 6-0
1° set: Cobolli inizia bene, Korda avverte la pressione
Archiviato il problema pioggia che ha posticipato l’inizio dell’evento di due ore, Korda e Cobolli scendono finalmente in campo. Da una parte la precisione di Korda, capace di chiudere i propri game a zero o al massimo concedendo appena un quindici all’avversario nei turni di battuta, dall’altra lo stesso Cobolli visibilmente emozionato ma al tempo stesso libero da ogni pressione. L’italiano è alla prima finale ATP senza i favori del pronostico, elemento che riesce a farlo performare al meglio. Le due palle break salvate al terzo game e il break decisivo sul 5-4 testimoniano l’ottima salute fisica e mentale di Cobolli in una gara tiratissima. Le statistiche del primo set sono molto equilibrata ed è difficile trovare un dato che balza all’occhio. A fare la differenza è stata la capacità di Cobolli di approfittare dei pochi passaggi a vuoto dello statunitense per passare in avanti, aggiudicandosi il primo set di una finale che non è mai una cattiva idea, mettendo spalle al muro Korda.
2° set: l’azzurro fatica a ritrovarsi, ne approfitta Korda
Tutta quella consapevolezza nei confronti di Cobolli va via via scemando nel secondo set. L’idea di essere in vantaggio rende Flavio paradossalmente più vulenrabile e ogni punto di Korda sul servizio del numero 48 al mondo sembra valere doppio, peggiorando le prestazioni dell’azzurro a livello soprattutto mentale. Alla fine il break arriva relativamente presto, al terzo game di battuta dell’italiano, seguito immediatamente da un altro servizio strappato e un 5-2 che taglia definitivamente le gambe a Cobolli. Come detto, i turni di battuta che avevano dato una grossa mano a Flavio nella prima frazione cominciano a mancare e si passa dal 94% di punti vinti con la prima di servizio al 67%, il tutto condito da due pesantissimi doppi falli, decisivi ai fini del break. A preoccupare di più è l’aspetto mentale: Korda, trascinato dal pubblico di casa, sembra avere nettamente qualcosa in più e a dimostrarlo sono i continui punti macinati in un incontro che fino a poco fa lo vedeva in netta difficoltà.
3° set: Cobolli alza bandiera bianca e cede, Korda conquista Washington
Come speso accade in queste sfide, l’approccio iniziale al terzo set è fondamentale e i dettagli ora più che mai fanno la differenza. Pronti, via e Korda si conquista due palle break consecutive (15-40), ma Cobolli trova energie nascoste per respingere gli attacchi avversari fino al break ottenuto ai vantaggi. Questa volta il tennista azzurro sa di poter rispondere immediatamente e scende in campo nettamente più aggressivo, a costo di sparare quale diritto a rete o di diversi centimetri oltre la linea. A differenza dello statunitense però Cobolli spreca due break point e l’immagine più eloquente e che spiega meglio la situazione è l’urlo liberatorio di Korda dopo aver mantenuto il servizio, consapevole di aver messo un importante tassello verso la vittoria. In quel momento scatta qualcosa nella testa di Cobolli che senza volerlo si “arrende” al destino della partita. Flavio lotta, tenta di resistere a Korda che però è in stato di grazie: altro break e turno di battuta tenuto a zero. Sul 4-0 è facile staccare la spina e il quinto game se ne va con il terzo break consecutivo, quello più pesante per due motivi: in primis perché permette al numero 22 al mondo di servire per il match e in secondo luogo perché avviene a zero, la dimostrazione più lampante delle poche forze rimaste a Cobolli. Chiudere i conti è una formalità per Korda che torna a vincere un torneo dopo l’Emilia Romagna Open conquistato contro Marco Cecchinato nel 2021, Italia sempre nel destino per il classe 2000. Per Cobolli sarà una lezione importante per il futuro, ma non si può far altro che lodare il tennista italiano per il meraviglioso percorso svolto, mancando l’appuntamento solo negli ultimi due set della finale.