da Parigi, il nostro inviato
[1] N. Djokovic b. [2] C. Alcaraz 7-6(3) 7-6(2)
Al termine di quasi tre ore di lotta Novak Djokovic vince la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024 sconfiggendo Carlos Alcaraz con due tie-break. A 37 anni Nole vince l’unico titolo che gli mancava nel suo albo d’oro, completa il Career Grand Slam ed entra definitivamente nella leggenda
LA CRONACA DEL MATCH
Chatrier pieno come nelle grandi occasioni, del resto abbiamo la finale del singolare maschile del torneo olimpico che tutti volevamo, Novak Djokovic, nr. 2 ATP e nr. 1 del draw, opposto a Carlos Alcaraz, nr. 3 ATP e testa di serie nr. 2 qui a Parigi. 16 anni di differenza tra i due, nella sostanza il nuovo che avanza (eccome) contro il recordman di questo sport. 6 i precedenti tra i due giocatori, siamo 3-3. L’ultima sfida c’è stata nella finale di Wimbledon di quest’anno vinta nettamente dallo spagnolo.
Alcaraz vince il sorteggio e sceglie di ricevere. Il campione serbo parte meglio dai blocchi, il suo avversario sembra invece più compatto. Djokovic tiene il gioco di apertura e ha subito una palla break nel game seguente. Alcaraz sbaglia molto di diritto e sembra molto contratto. I “Nole, Nole” sovrastano il tifo spagnolo ma Djokovic viene sorpreso da una palla corta giocata dal suo avversario dietro la linea di fondo campo e manca l’allungo. Alcaraz tiene la battuta ma nel quarto gioco va ancora in difficoltà sullo 0-40. Bravissimo però il numero 3 del mondo a cancellare tutte le palle break e a portarsi sul 2-2.
Ora si fanno sentire i “Carlos, Carlos”, è come si poteva immaginare una battaglia senza esclusione di colpi e il pubblico ne è ben felice. Ogni punto viene accompagnato da un entusiasmo sfrenato, gli spettatori si stanno spellando le mani. Probabilmente si diverte anche Serena Williams, seduta in tribuna autorità tra il presidente ITF Haggerty e quello del CIO Bach. Nel quinto gioco è Djokovic a concedere ben tre palle break ma (come ampiamente previsto dal nostro direttore) si salva con due prime centrali e un ace. Alcaraz tiene la battuta senza problemi nel game successivo, siamo 3-3 dopo 42 minuti, il che è tutto dire. Per un paio di game non viene concesso nulla alla risposta, poi altre emozioni nel nono gioco con Nole al servizio.
Si giocano 18 punti, il serbo annulla altre 5 palle break e dopo 14 minuti riesce ancora a mettere il muso avanti sul 5-4. Se a inizio partita era Alcaraz a soffrire al servizio ora sembra avere più difficoltà Djokovic, comunque a scambi spettacolari a volte seguono gratuiti elementari. Evidentemente l’importanza dell’oro olimpico si fa sentire da una parte e dall’altra. Prova ad alleggerire la tensione la solita banda dello Chatrier che appena può imperversa con le sue melodie. Entrambi i finalisti fanno spesso ricorso alla palla corta con buon risultati (soprattutto lo spagnolo), Alcaraz tiene la battuta agevolmente per il 5-5, poi mentre sta per servire Djokovic un bimbo inizia a piangere e la mamma si affretta ad allontanarsi dal campo, ma non appena si alza il bimbo piange ancora più forte e il pubblico scoppia in una fragorosa risata.
Se ne vedono davvero di tutti i colori, in campo e fuori. Djokovic senza problemi nel suo turno di battuta per il 6-5 serbo, sullo Chatrier parte “I just can’t get enough “ dei Depeche Mode. Alcaraz alla battuta per rimanere nel set, improvvida discesa a rete sul 30-30, Djokovic gli tira al corpo e lo spagnolo spedisce la volée in rete, set point Serbia. Ma Carlos mette un’ottima prima e chiude con il diritto, poi mette a segno altri due punti e porta il set al tie break dopo 1 ora e 24 minuti e 98 punti giocati (50-48 per Alcaraz). Si seguono i servizi sino al 3-3 poi Djokovic indovina una gran risposta di diritto che pizzica la riga. È la svolta del set che Djokovic chiude con una bella stop volley su un tentativo di passante di Alcaraz, 7-3 per il serbo dopo un’ora e 33 minuti di vera battaglia, il vecchio leone ruggisce ancora. Alla fine due punti in più per Djokovic, 55-53. Rispetto ai suoi standard troppo incostante il campione spagnolo.
Il serbo esce dal campo e come da tradizione sullo Chatrier parte “Aux Champs Elysees” di Dassin che canta tutto il pubblico. Rientra Djokovic, ti aspetteresti la reazione di Alcaraz e invece il più lucido e determinato sembra il serbo. Lo spagnolo tiene la battuta ai vantaggi nel game d’apertura e deve annullare una palla break con un rovescio vincente nel terzo gioco prima di andare sul 2-1. Alcaraz sembra quasi sorpreso dalla condizione e dalla determinazione del suo avversario e appare anche in confusione tattica in alcune scelte. Djokovic invece sbaglia molto di meno e tiene per due volte la battuta a zero, il serbo ora cerca di far palleggiare quanto più possibile l’avversario e metterlo alle corde a fondo campo avvertendone la sofferenza soprattutto psicologica in questa fase del match. Nel frattempo arriva la notizia della finale raggiunta dalla nostra squadra di fioretto maschile, quindi altra medaglia sicura in serata per i nostri colori oltre a quella delle nostre Paolini/Errani, più tardi impegnate nella finale del doppio femminile. Non arrivano più palle break anche se prima Djokovic sul 3-4 e poi Alcaraz nel game successivo tengono la battuta ai vantaggi. La qualità del gioco è progressivamente salita, ora i gratuiti sono diventati una rarità, assistiamo ad un paio di scambi di rara bellezza dove entrambi rimettono dall’altra parte della rete l’impossibile. Djokovic sta profondendo il massimo sforzo per chiudere la partita, Alcaraz per riaprirla provando a non mollare nulla di fronte all’incredibile resistenza e determinazione del suo avversario.
Sugli spalti la sfida persiste tra i “Srbjia, Srbjia” e i “Si, se puede”, Nole va a servire sul 5-6 per portare la partita al secondo tie break della giornata. Sul primo punto la sua prima prende il nastro e poi apparentemente va fuori. Il giudice si sedia Dumusois conferma fuori, Djokovic non ci sta e protesta, Alcaraz si avvicina e fa segno che non è quella la palla ma un’altra e che ha pizzicato la linea ridando così il primo servizio al suo avversario. Grandissimo gesto di sportività in un momento delicatissimo, Nole ringrazia e poi tiene la battuta a zero, 6-6, secondo tie break di giornata. Subito minibreak Djokovic complice un gratuito di diritto di Alcaraz, che però lo recupera subito con le stesse modalità, 2-1 Djokovic, servizio spagnolo. Sul 2-2 scambio durissimo da fondo campo, chiuso da accelerazione incredibile con diritto incrociato di Djokovic che sale 3-2 e va a servire con un nuovo minibreak di vantaggio. Il serbo sfrutta i suoi due servizi e va 5-2, gratuito di rovescio di Alcaraz, 6-2, 4 match point per Nole per conquistare l’ultimo trofeo che manca alla sua incredibile carriera. Ennesimo diritto vincente e il campione serbo entra definitivamente nella leggenda conquistando il titolo olimpico. Finisce 7-6(3) 7-6(2) dopo due ore e 52 minuti di spettacolo puro ed emozioni continue. A 37 anni Djokovic completa il Career Golden Slam.