GORIZIA Sono stati spesi denari a milionate. Eppure, le piazze goriziane risistemate si degradano velocemente, troppo velocemente. Del resto, dicevano i nostri vecchi che «fare e disfare è tutto un lavorare». E Gorizia pare essersi, ahinoi, specializzata fra pietre che si staccano o si sgretolano e selciati che invecchiano precocemente.
La traiettoria è quella solita: si realizza la nuova pavimentazione, ci si rallegra al momento dell’inaugurazione per l’ottimo lavoro svolto, poi (per un motivo o per un altro) le pietre, il porfido o le piastrelle si danneggiano e la piazza in questione invecchia con troppa facilità. Sta succedendo in piazza Vittoria (un restyling costato più di 3 milioni) dove la pietra pregiata sul rialzo centrale si sta frantumando in vari punti e non certamente da oggi. Non è nemmeno stato attivato l’ascensore al Castello che, forse, bisognerebbe già intervenire sulla pavimentazione sottostante.
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Il tema fece capolino anche a maggio, in una seduta del Consiglio comunale, quando Rosy Tucci (Gorizia è tua) portò in aula la questione. E l’assessore alle Manutenzioni Francesco Del Sordi (FdI) fu molto chiaro nella sua risposta. Puntò il dito sulla scelta dei materiali che «viene imposta dalla Soprintendenza. Ma la pietra d’Aurisina - disse - si sta rivelando non adatta a questi interventi perché soggetta a dilatazioni. Su piazza Vittoria dovremo attendere un non immediato progetto di sistemazione, come fu fatto a Trieste per piazza Unità d’Italia». Tempi non rapidi, insomma.
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Intanto, il comune cittadino si chiede: è mai possibile che un intervento così importante e dispendioso economicamente non possa durare tutta la vita o, comunque, per un lasso di anni ragionevole? A chiederselo, qualche tempo fa, fu anche il Comune stesso. Che mise le mani avanti: «Non è un problema esclusivamente goriziano. Succede anche a Monfalcone, a Cormòns, a Palmanova, dappertutto. I materiali, purtroppo, non sono più quelli di una volta. Che fare? Manutenzione, manutenzione e ancora manutenzione. Rifare la pavimentazione avrebbe costi spropositati». Non aiuta, poi, il passaggio di auto non autorizzate che attraversano una piazza concepita per essere pedonale.
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Passiamo a piazza Sant’Antonio. In questo caso, non si può dare sicuramente la colpa a vetture “clandestine” e al peso del traffico. Si tratta di una zona pedonale anche per la sua conformazione: eppure la pietra della pavimentazione continua a sbrecciarsi, nonostante il restyling non risalga certamente a un secolo fa. E quella tornerà ad essere - è una delle novità di quest’anno - anche la sede del “Salotto del Gusto” nell’ambito di Gusti di frontiera. Abbiamo fatto - ieri mattina - un sopralluogo e, effettivamente, c’è più di qualche problema. Su alcuni piastrelloni sono comparse sinistre crepe. In un punto, addirittura, si è creato un buco determinato dall’erosione della pietra: sopra, è stato sistemato un vaso in maniera un po’ da mascherare la falla.
Ci sono poi lastre sfaldate e anche i cordoli dei tre lunghi scalini che portano in piazza sono danneggiati con pezzi finiti a bordo strada. E così la memoria non può che correre all’aprile di 14 anni fa. Era il 2010 e, alla guida della città, c’era ancora il compianto Ettore Romoli. In fretta e furia vennero sostituiti una trentina di piastrelloni “fallati” in piazza Sant’Antonio: piazza che era stata inaugurata nemmeno un mese prima. Seguirono polemiche e prese di posizione, poi tutto passò.
E ricordiamo ciò che capito diversi anni fa nella vicina piazza Cavour. Quando si verificò il misfatto a governare la città c'era ancora Vittorio Brancati. Ad un certo punto (la piazza era stata appena rimessa a nuovo con soddisfazione di tutti), il porfido iniziò a sprofondare. E tutto ciò a soli sette mesi dall’inaugurazione in pompa magna. —
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