TRIESTE Parola d’ordine «continuità». Il suo mandato potrebbe durare pochi mesi, ma il commissario straordinario dell’Autorità portuale Vittorio Torbianelli non ci pensa e si concentra sul giorno per giorno: i progetti Pnrr da gestire, l’attesa per autorizzazioni e gare, il rilancio di Monfalcone. Sullo sfondo l’iter di nomina del nuovo presidente, cui Torbianelli non esclude di partecipare presentando la candidatura.
Con che spirito si approccia a un ruolo importante ma di breve durata?
«L’impegno quotidiano aiuta a lavorare con massima serietà. C’è vera continuità nella gestione dell’Autorità: il porto è sempre quello e ogni giorno ci si sveglia per gestire le cose di breve e lungo periodo, come non ci fosse un domani».
Intanto ha firmato l’accordo di programma Msc-Wärtsilä.
«Il risultato è di molti soggetti: Regione, Confindustria, Governo, Coselag, privati e sindacati».
Si dice che l’idea sia venuta a Zeno D’Agostino.
«Dal mare arrivano novità ed energie dei grandi player della logistica. L’idea viene dal porto, come gli investimenti sulla ferrovia e la valorizzazione del punto franco, ma la scintilla si è alimentata con la concretezza e la disponibilità di tutti: questo territorio sa far convergere quello che serve, con i tempi giusti. Oggi c’è attenzione su Trieste e sulla possibilità di attrarre insediamenti industriali».
Il sistema ha digerito l’aumento delle tasse portuali?
«Alla fine l’aumento è del 50% per le merci di punto franco (doveva essere il 100%, ndr) e Monfalcone non è stata toccata. Ma serve dare copertura a investimenti su digitalizzazione, security, ridefinizione dei varchi e monitoraggio ambientale. La comunità portuale sa dialogare e siamo arrivati a un equilibrio».
Incarna la continuità del Pnrr: come vanno i progetti?
«Procedono come devono, ognuno con le sue specificità».
Le autorizzazioni per la stazione di Servola arrivano?
«Attendiamo la fine dell’iter del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Speriamo che l’inizio di agosto porti la luce verde per lanciare le gare».
Impossibile finire i lavori nel 2026: saranno concesse proroghe?
«Il Fondo complementare al Pnrr non è legato alle direttive di Bruxelles. Questo progetto nato dal nulla, per le tempistiche italiane, è andato a velocità supersonica anche grazie a norme facilitatrici, ma vanno ringraziati la struttura dell’Autorità che lavora al Pnrr e gli enti territoriali che hanno collaborato per risolvere le questioni amministrative».
Che novità sul partenariato per il Molo VIII?
«Abbiamo appena deliberato il progetto con il piano tecnico-finanziario. Ora il Cipess dovrà approvare il finanziamento. Poi partiranno progettazione e gare per i lavori».
E la banchina ungherese?
«I lavori iniziano a fine estate».
Molo più corto per l’aumento dei costi cantiere...
«I progetti sono stati selezionati subito dopo il Covid, in una fase diversa, ma avere un attracco da 250 metri significa già poter operare come terminal. Adria Port lavora intanto sulla parte ambientale con il ministero».
Il futuro delle Noghere?
«È partito il primo passo, con i lavori per il parcheggio destinato all’area industriale. Siamo all’opera per la pianificazione urbanistica: la sfida è creare un modello di investimento che ridisegni il territorio in armonia con le prescrizioni degli enti pubblici e i principi della sostenibilità».
Crisi di Suez: come vanno i traffici container?
«Il tracollo da alcuni temuto non c’è stato e la ciclicità delle navi ha ripreso. I traffici hanno subito qualche contraccolpo, ma gli operatori restano affezionati al Nord Adriatico. Speriamo che la situazione migliori e non diventi endemica».
È sostenibile l’impatto delle crociere sulla città?
«Trieste ha avuto un’esplosione per la chiusura di Venezia, sapendo posizionarsi rapidamente. Una crescita ulteriore non prevedibile non sarebbe sostenibile. Lavoriamo sui numeri attuali (500 mila passeggeri, ndr) o un po’ più bassi, ma bisogna ottimizzare il rapporto mare-terra, dai parcheggi ai disturbi per i residenti. Sfida da giocare tutti assieme».
Cosa racconta il primo rifornimento a gnl nel porto?
«Si comincia da singoli eventi. Ora servono regolamentazione sui nuovi combustibili, una rete di distribuzione e un’area a terra dove pensare a un progetto di bunkeraggio».
Lo sviluppo a Monfalcone?
«Scalo di grande prospettiva, che porteremo avanti: dragaggi partiti, migliorie sulla banchina e ridisegno di viabilità e binari. I privati intanto investono, con il progetto da 32 milioni di Fhp. Progettiamo il rifacimento della banchina pubblica».
Soddisfatto del project financing per Porto vecchio?
«L’Autorità è competente sulla parte demaniale a mare ed entrerà nel percorso attraverso le concessioni ai privati. Il dialogo col Comune è intenso».
Avete sistemato gli stabilimenti balneari dopo la mareggiata?
«Credo sia stato fatto quello che si poteva e doveva, con tempi rapidi in una situazione non semplice. Gli interventi, per quanto emergenziali, hanno permesso intanto di aprire i bagni. Ricordo comunque che i concessionari hanno una loro responsabilità sulla gestione. La mareggiata ha messo in luce la necessità di migliorare le strutture: faremo una valutazione dopo la stagione estiva. Siamo contenti che anche altre istituzioni, come dimostrato dai recenti stanziamenti regionali, siano vicine al percorso. E per l’Ausonia a inizio autunno sarà pronto il progetto completo di restauro».
Quanto durerà il commissariamento?
«Sinceramente non lo so. La scelta è del governo, non sono nei meccanismi decisionali».
Presenterà domanda al Mit per candidarsi alla presidenza dell’Autorità portuale?
«Il bando scade il 10 settembre. Mi consiglierò con tanti amici e colleghi, ma non ho ancora deciso nulla. Amo Trieste e il porto, ma ci sono tanti modi per contribuire a questa sfida».