Tre film girati solo nel 1959. L’anno precedente ben quattro pellicole. E, andando a ritroso, si comprende subito come il grande schermo nell’epoca d’oro del cinema italiano, fosse entrato prepotentemente nella sua vita con registi di fama (Antonio Pietrangeli, Franco Rossi e Mario Monicelli) e partner sul set altrettanto noti, da Silvana Pampanini ad Ava Gardner, da Gabriele Ferzetti, Walter Chiari, Renato Rascel e Amedeo Nazzari a Vittorio De Sica e Alberto Sordi, di cui fu fidanzata e con il quale mantenne un legame di amicizia nonostante l’addio al cinema negli anni ’60 e il matrimonio con il rampollo di una famiglia di industriali.
È mancata l’attrice padovana Pina Bottin, classe 1930, bellezza prepotente e vita vissuta al massimo fino agli anni ’90 tra il Veneto e Roma, le estati a Saint-Tropez e a Montecarlo, le sfilate di moda parigine; poi dalla metà degli anni ’90 un’esistenza più riservata.
Aveva 94 anni: un mese e mezzo fa era stata colpita da un ictus, si era rimessa ed era tornata nella sua casa nel quartiere Sacra Famiglia in via Cremona 5 dove aveva trascorso gli ultimi 30 anni e gestito un atelier.
Vivace, curiosa, con l’eterna voglia di fare e seguire le sue passioni (disegnava modelli d’abiti fino a un anno fa), aveva lasciato il cinema per amore.
[[ge:gnn:mattinopadova:14522732]]
Un cinema doveva aveva debuttato con il film “Il sole negli occhi” di Antonio Pietrangeli del 1953, primo di una lunga serie (tra cui la “Maya Desnuda” con la Gardner ed Anthony Franciosa, tra i film italiani più visti).
Racconta il figlio Luca D’Accordi: «Mamma era così bella che Dino Durante le dedicò alcuni brani di un suo libro. Quando passava in Prato della Valle o sotto i portici, gli uomini uscivano dai negozi di barberia con il viso insaponato sgranando gli occhi per guardarla».
Pina era nata ad Abano. Appena ventenne si era presentata a una selezione per miss Italia e aveva vinto la fascia di miss Cinema, che le aveva consentito di girare l’Italia in lungo e in largo per partecipare a eventi mondani. In occasione di questi tour aveva incrociato la compagnia di Alberto Sordi, all’epoca impegnato nel varietà.
Presto arrivano le prime proposte cinematografiche. E la sua carriera decolla. «Ha girato con tutte le star del momento» rammenta il figlio, «E ha vissuto l’epoca della dolce vita diventando protagonista di tantissime copertine di Novella 2000 che ancora oggi conservo». Il flirt con Sordi? Il figlio lo ammette «prima che si mettesse in mezzo quel volpone di papà. Poi resto l’amicizia fino alla morte dell’attore con il quale si scambiava gli auguri per le feste. Lei lo definiva una “simpatica canaglia”».
Altro aneddoto: negli anni ’50 Pina Bottin fu scelta come madrina per inaugurare le prime strisce pedonali realizzate in Toscana. Nel 1960 il matrimonio con Eugenio D’Accordi dalla cui unione, nel ’61, nasce il figlio Luca.
Pina continua a girare qualche spot pubblicitario trasmesso dal Carosello che la rende un volto familiare (come l’Amaro Medicinale Giuliani e il formaggino Mio) e a fare una vita da star. L’azienda di famiglia incontra delle difficoltà nel ’90, si spezza la relazione coniugale con Eugenio D’Accordi, già amministratore dell’azienda vicentina di trenini Lima, e Pina si inventa stilista.
Il suo nome resta legato al cinema e alla città del Santo: chissà se Padova vorrà ricordarla. Il funerale sabato 3 agosto alle 10 nella chiesa della Sacra Famiglia.