Alcuni colleghi americani hanno paragonato il discorso tenuto dal Primo Ministro israeliano Netanyahu al Congresso degli Stati Uniti il 24 luglio a un “comizio di Norimberga in stile bizzarro”. Ancora più disgustosa delle menzogne e degli appelli alla guerra del Primo Ministro è stata la reazione dei Senatori e dei Deputati presenti, che gli hanno tributato addirittura 52 standing ovation! E tutto questo in un’ora di discorso.
La cosa più scioccante è che Netanyahu ha affermato che Israele non stava bloccando la consegna di cibo a Gaza, che i morti civili a Rafah erano “praticamente nessuno” e che la guerra sarebbe continuata fino alla “vittoria totale” su Hamas, senza scusarsi per gli almeno 40.000 palestinesi morti. Ha definito la Corte internazionale di giustizia “antisemita” e ha accusato i manifestanti che manifestano fuori e dentro Israele di essere burattini dell’Iran e di Hamas e di stare “dalla parte di stupratori e assassini”.
Va detto che circa la metà dei deputati e senatori del Partito Democratico non ha presenziato all’arringa, in segno di una possibile presa di distanza dal governo estremista di Netanyahu, finora difeso da entrambi i partiti. Il senatore Bernie Sanders ha boicottato la manifestazione, definendo il leader israeliano “non solo un criminale di guerra, ma anche un bugiardo”. E mentre raramente c’è qualcosa di positivo da riferire sull’ex presidente della Camera Nancy Pelosi, quest’ultima ha commentato che è stato “di gran lunga il peggiore intervento di qualsiasi dignitario straniero invitato e onorato del privilegio di parlare al Congresso degli Stati Uniti”.
Kamala Harris ha incontrato Netanyahu e ha dichiarato di avergli fatto pressioni per porre fine alla terribile situazione umanitaria di Gaza, aggiungendo “non starò in silenzio”. Secondo quanto riferito, il precedente incontro con Biden è stato più cordiale. La crescente opposizione al genocidio in corso a Gaza tra la popolazione americana, in particolare tra i democratici, potrebbe costringere alcuni candidati a riconsiderare la linea politica fin qui seguita.
Oltre a indicare nel suo discorso che il genocidio a Gaza continuerà, Netanyahu è arrivato all’altro punto principale: preparare la guerra contro l’Iran. Poiché Israele non può farcela da solo, ha proposto che i due Paesi “forgino un’alleanza di sicurezza in Medio Oriente per contrastare la crescente minaccia iraniana”, che ha proposto di chiamare “Alleanza di Abramo”.