Scena di queste ultime ipotesi sul giallo impenetrabile della 15enne vaticana scomparsa nel 1983, è il cimitero monumentale di Roma il Verano. Proprio lì, circa due mesi fa, dietro alla statua dell’Angelo del dolore erano comparsi tre oggetti: un barattolo di vernice verde, una chiave d’auto e una moneta da 500 lire. Secondo Peronaci, che da tempo segue il caso della ”ragazza con la fascetta”, attraverso questi oggetti si è voluto inviare un messaggio e oggi sul Corriere collega quelle tre tracce a una scritta, riconducibile ad un anno fa, realizzata nella stessa area, quella del Pincetto, a pochi passi dall’angelo scolpito dallo scultore ottocentesco Giulio Monteverde. Sulla stele di pietra che denomina il Riquadro 19 assegnato alle famiglie Donati e Pace, qualcuno, sempre con la vernice verde, della stessa tonalità di verde rinvenuta nel barattolo, ha lasciato una parola e tre numeri: “Zoff”, sulla prima riga, e “15-1-91” sulle due seguenti. Sul retro, una consonante in caratteri maiuscoli: R.
I MESSAGGI – Cosa significa tutto questo? Il riferimento a Zoff, noto portiere della Juve e della Nazionale italiana, secondo il Corrierepotrebbe spiegarsi con la volontà di “indicare un custode, colui che vigila su qualcosa, ad esempio una certa tomba che potrebbe essere stata violata e usata come nascondiglio segreto”. Ma potrebbe trattarsi anche del macabro scherzo di uno squilibrato e il Verano non è nuovo a queste strane storie. Il Verano del resto è lo stesso cimitero da cui sono scomparse le spoglie di Katy Skerl, la 17enne assassinata nel 1984 a Grottaferrata e per cui il procuratore Erminio Amelio, dal 2022 indaga per sottrazione di cadavere.
LA DATA – La data del 15 gennaio ’91 indica il giorno in cui fu approvato dal governo italiano il decreto-legge 8/1991, poi convertito dal Parlamento, sulle “nuove misure in materia di sequestri di persona a scopo di estorsione e per la protezione di coloro che collaborano con la giustizia”. Questo elemento sembra da non sottovalutare, dal momento che è stato suggerito dagli stessi inquirenti tra cui il procuratore Giancarlo Capaldo che Emanuela Orlandi non è semplicemente sparita bensì è stata sequestrata, quel 22 giugno del 1983.
I DONATI E PACE – Il cronista del Corriere è dunque andato sul posto e ha scoperto che sul lato destro del sepolcro della famiglia Donati – Pace una lastra si presenta fuori posto, staccata. Una fessura provocata da agenti atmosferici o qualcuno sta suggerendo di controllare dentro la fossa? Nel quadro assemblato dal cronista anche il cognome del loculo racchiude un messaggio. “Basta calcare l’accento sulla prima “o” e otteniamo Dònati pace, ovvero, regalati requie, riposo… È a ciò che voleva arrivare il misterioso profanatore di luoghi sacri? Il cognome polisemico è stato scelto non a caso tra le decine di migliaia del cimitero monumentale di Roma, per inviare un messaggio cifrato?”, si chiede. Ma è solo una delle infinite domande che costellano questa storia oscura.
L'articolo Emanuela Orlandi, la pista del Verano: ritrovata scritta in codice proviene da Il Fatto Quotidiano.