CERESOLE REALE. Hanno persino cercato di buttarlo giù dal dirupo. L’autista della navetta Vimu che arriva fino al Colle Nivolet ha denunciato, attraverso il suo avvocato Andrea Quinto Bertano, due persone - pare che si trattasse di una coppia composta da un uomo e una donna - per lesioni personali. Dopo lo scontro ha infatti avuto bisogno delle cure dell’ospedale di Ivrea, dove gli è stata riconosciuta una prognosi iniziale di sette giorni.
Non è la prima volta che la riapertura al traffico delle automobili sulla strada che va al colle, genera litigi e incomprensioni. Stavolta, secondo quanto denunciato dall’autista, il pullman procedeva in salita, mentre l’auto guidata dall’uomo, con la donna come passeggera, procedeva in discesa. Invece di fermarsi, però, l’automobile, sarebbe arrivata fino a mezzo metro dal pullman. Così, l’autista sarebbe sceso e avrebbe chiesto ai due di fare retromarcia per far passare la navetta. I due, allora, avrebbero preteso che a fare retromarcia fosse il bus con i passeggeri a bordo e in discesa. L’autista ribadiva l’impossibilità di tornare indietro con un pullman. A quel punto l’uomo avrebbe dato in escandescenze avrebbe cominciato a sputare dal finestrino e avrebbe investito l’autista, cercando di schiacciarlo contro il bus.
Per prima sarebbe scesa la ragazza, che avrebbe iniziato a colpirlo con graffi e schiaffi. Poi, sarebbe sceso anche il ragazzo e tutti e due avrebbero appunto cercato di buttarlo giù dal dirupo. L’autista, però, è riuscito ad allontanarsi dai due e a chiamare il 112. Sul posto è intervenuta la polizia locale di Ceresole Reale.
Sulla riapertura della strada per il colle alle auto anche la domenica, frutto del mancato accordo tra l’Ente Parco nazionale del Gran Paradiso e i Comuni interessati, era stata forte l’opposizione delle associazione ambientaliste.
La petizione su Change.org ha superato ormai le 33mila firme. Nella petizione, tra le altre cose, si legge che «il Canavese non è adatto al turismo di massa e quindi non è conveniente dal punto di vista economico favorirlo. Bisogna invece favorire il turismo lento, per cui il nostro territorio è naturalmente predisposto. Unisciti a noi nella difesa del Parco Nazionale del Gran Paradiso», scrivono le associazioni ambientaliste.