Resta il giallo attorno alla morte di Mattia Coada, il bambino di otto anni del Lido deceduto per cause ancora inspiegabili lo scorso 28 dicembre all’Ospedale civile di Venezia. Una vicenda che lascia la famiglia Coada ancora nello sconcerto in attesa dei tempi, adesso forse fin troppo lunghi, che comportano gli esiti degli esami istologici, ovvero la prova che servirà per stabilire le cause del decesso.
Certo è che a distanza di sette mesi, invece che dipanarsi, continuano ad accendersi dubbi e perplessità: perché è morto Mattia a soli otto anni e nessun problema di salute evidente o accertato prima. Tutte domande contenuto nell’esposto consegnato dai genitori alla Procura di Venezia, lo scorso dicembre. Sullo sfondo l’ipotesi di un intervento non ottimale nei confronti del piccolo paziente.
E proprio su questi interrogativi non si dà pace la famiglia Coada, di origine moldave e ben integrata sul territorio, ancora affranta ma combattiva per onorare la memoria del figlio. «Sono anch’io perplesso» ha detto l’avvocato della famiglia, Renato Alberini, «siamo in attesa dell’esito degli esami istologici e purtroppo, essendo questo un caso delicato, richiede molto tempo, all’interno di laboratori già pieni di richieste».
Ma facciamo un passo indietro. Il 28 dicembre, alle 3.30 di notte, Mattia viene portato al punto di primo intervento del Lido. Da qui, alle 4, viene trasportato in idroambulanza all’Ospedale San Giovanni e Paolo, in Pediatria. Nel pomeriggio il peggioramento del suo quadro clinico, fino al primo arresto cardiocircolatorio alle 16. La terapia intensiva di Padova però è occupata, si pensa a Verona. Ma il tempo non c’è: Mattia muore un’ora dopo.
«Lo scenario», continua il legale Alberini, «è che dai primi accertamenti non sono stati in grado di individuare chiaramente di cosa sia morto. Una volta capite le cause, si potranno identificare le responsabilità dei singoli medici che si sono interessati o che non si sono interessati del piccolo Mattia, se ci sono. Da questi esiti si potrà vedere, ad esempio, quello che gli è stato somministrato, e in base alle cause se ci sono state delle carenze nella somministrazione dei farmaci». —
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