UDINE. Non riesce a smettere di piangere mentre racconta di essere viva per miracolo. Quegli attimi lunghissimi sono ancora scolpiti nella sua mente.
Lo sguardo è perso nel vuoto e lei, seduta sul divano, continua a tremare. Giuliana, così chiameremo la donna accoltellata dall’ex compagno, sabato sera, nel suo appartamento in una laterale di via Lumignacco, è un nome di fantasia che abbiamo scelto per tutelare l’identità della quarantottenne in quanto persona offesa.
Giuliana ci ha fatti entrare nel suo appartamento e ha scelto di raccontare pubblicamente quanto accaduto per aiutare le altre donne vittime di violenza.
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Domenica mattina è stata dimessa dal Santa Maria della Misericordia, dove ha trascorso la notte, per tornare ad accudire il suo cane, un pitbull, che ha fatto scappare l’aggressore appena in tempo.
«Sono viva per miracolo – le parole di Giuliana –. Se non fosse stato per il mio cane non sarei qui a raccontare cosa mi è successo. Ho insistito per tornare a casa dall’ospedale. Non potevo lasciarlo solo. Tante, troppe donne, sono morte. Ragazze, dovete denunciare alla prima avvisaglia. Non dovete far passare nemmeno uno schiaffo. La violenza e il possesso non sono amore».
Erano quasi le 21 di sabato quando l’ex compagno ha suonato alla porta di Giuliana. «Lo avevo lasciato un anno fa, dopo 6 anni di relazione, ma eravamo rimasti amici, almeno così credevo. Lui veniva spesso a casa mia e si offriva di portare il cane a passeggiare, cosa che aveva fatto anche sabato, la mattina e il pomeriggio, visto che io non mi sentivo bene».
«Da un po’ di tempo frequento un’altra persona, con la quale, tempo fa, il mio ex aveva avuto una discussione piuttosto accesa. Sabato sera avevo cenato con il mio nuovo compagno e poi lui era tornato a casa sua. Non abitiamo ancora assieme. Alle 20 circa il mio ex mi ha telefonato dicendo che, nel pomeriggio, aveva scordato da me alcuni attrezzi da lavoro. Alle 21 circa è arrivato a casa mia e ha suonato il campanello».
«Stavo aprendo la porta quando lui l’ha spalancata con forza facendomi cadere a terra. Era molto ubriaco. È successo tutto in pochi minuti. Lui ha alzato la maglietta e ha afferrato un coltello che aveva portato con sè. Mi ha urlato “Voglio ucciderti. Sei morta”. Ho cercato di alzarmi e di scappare per chiudermi in camera ma lui mi ha accoltellata alla schiena. Ho tentato disperatamente di difendermi e di bloccarlo ma a quel punto mi ha ferita anche all’addome. Perdevo tanto sangue e non riuscivo a gridare. In quei momenti sei sola. Ho pensato che sarei morta».
Giuliana, traumatizzata e ancora in preda al panico, piange e scuote la testa. «Ha cercato di ferirmi alla gola e ho trovato la forza di bloccarlo per evitare di essere uccisa. In passato ho praticato arti marziali e questo mi ha aiutata ma perdevo sangue. A quel punto è arrivato il mio cane, che stava dormendo nell’altra stanza. L’ha visto sopra di me, stava urlando. Il cane ha iniziato a ringhiare e ad abbaiare ed è riuscito a farlo scappare appena in tempo. Mi ha salvato la vita. Poi ho chiamato i soccorsi. Ogni volta che chiudo gli occhi rivedo quella scena. Nessuno ha sentito nulla nel palazzo. Molti sono in vacanza e tante persone, essendo sabato sera, erano uscite. Questa mattina tutti i vicini mi hanno riservato un sacco di attenzioni».
Un fatto grave era già accaduto ad aprile ma Giuliana non aveva denunciato. «Mi aveva dato uno schiaffo durante una discussione chiedendomi di non sporgere denuncia. Avrei dovuto farlo. Ho sbagliato. Ci sono stati anche altri episodi durante la nostra storia. Se avessi denunciato subito tutto questo non sarebbe successo».
«Il mio ex mi aveva fatto capire in più occasioni di essere ancora innamorato di me ma pensavo avesse ormai compreso che la storia era finita. Chi dovesse essere vittima di abusi familiari o violenze domestiche non deve avere paura di chiedere aiuto o provare vergogna. Non siamo sole». Sono le 13 quando salutiamo Giuliana e mentre stiamo uscendo una vicina le porta una minestra. «È bello sentirsi coccolate – Giuliana trova la forza di sorridere –. Non voglio più stare male».