TRIESTE Digitale oppure analogico? Questo è il moderno dilemma. Dopo più di vent’anni dall’avvio dell’era digitale il mercato globale pare riscoprire la cara e vecchia pellicola.
Ma qual è la posizione dei triestini che si dedicano alla fotografia?
«Da qualche anno – affermano Fulvio Bronzi, fondatore di Attualfoto, e il socio Štefan Grgič – la richiesta delle tradizionali pellicole 24x36 è aumentata notevolmente, nonché quella di macchine fotografiche analogiche. E alcuni marchi storici propongono nuovamente nei loro cataloghi questo tipo di attrezzatura».
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Un cambio di rotta dettato da diversi fattori, in primis il fatto che un file non sempre si riesce a conservare nel cellulare o in una memoria esterna. Infatti anche se esistono siti dedicati all’archiviazione sicura di foto, video, documenti e altro, non sempre i risultati corrispondono alle aspettative dei clienti.
Forse risulta poco pratico dipendere da cellulare e tablet per sfogliare le proprie foto da condividere con gli amici, mentre una volta le immagini venivano sistemate nel tradizionale album o diventavano diapositive.
«Chi si cimenta con le pellicole – sintetizzano da Attualfoto – sono per lo più giovani fra i 20 e i 30 anni, i cosiddetti “disillusi del digitale” che hanno voglia di sapere e sono curiosi».
Aldo Valmassoi, di Non Solo Foto dice che «la pellicola sta vivendo una seconda giovinezza e i fruitori non sono solo i giovani ma anche chi la utilizzava un tempo. Inoltre la gente ha ripreso a stampare le proprie foto, anche quelle scattate con il cellulare, proprio per evitare che i ricordi vadano perduti».
Concorda un altro storico del settore. «Sono le nuove generazioni – sottolinea Alessandro Pangherz di Foto Rolli – e precisamente chi ha un’età compresa fra i venti e i trent’anni, che costantemente ci chiedono le classiche pellicole 35 mm a colori. Dopo alcuni giorni dall’acquisto, ritornano nel negozio, richiedendo sviluppo del negativo e relativa stampa oppure sviluppo e scansione del negativo che effettuiamo in casa. Ma c’è anche chi compera macchine analogiche per sé oppure per un regalo a un amico. Un mercato completamente rinato da qualche anno, senza dimenticare che i triestini stampano anche da digitale, sia dal telefonino che da reflex e pen drive».
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