R. Nadal b. M. Fucsovics 6-1 4-6 6-4
Altra vittoria, altra battaglia, per il 22 volte campione slam Rafael Nadal, vincitore al primo turno de torneo olimpico in tre set su Marton Fucsovics: 6-1 4-6 6-4 in due ore e trenta minuti.
Come da prassi, Rafa non poteva esimersi dall’ennesima vittoria in tre set. Il primo, dei tre, forse il migliore del 2024 dello spagnolo, capace di annullare completamente l’ungherese, teso a inizio partita. Ora, al secondo turno, lo attende l’eterno rivale Novak Djokovic, in una sfida dall’incredibile fascino.
L’inizio di partita è caratterizzato dalla tensione di Fucsovics, in grande difficoltà sulla continua profondità dello spagnolo. La palle sempre a pochi centimetri dalla riga di fondo, costringono l’ungherese ad arretrare sempre più, limitandogli al minimo lo spazio per la ricerca del colpo vincente. Cercando angoli improbabili, gli errori sono troppi, e alla prima occasione Rafa si porta avanti di un break. D’altro canto, però, l’inizio del campione spagnolo, è fulmineo: tutto funziona alla perfezione, fra ampie variazioni di dritto e solidità sul colpo bimane, impedendo all’avversario di aggredire il campo. Il quarto gioco permette al braccio di Fucsovics di sciogliere i dubbi, muovendo il proprio punteggio e scoprendo, nella palla corta, un’arma di fondamentale importanza. Nadal continua a sbagliare poco e niente, restando solido su ogni diagonale garantendosi il dominio dello scambio anche nei giochi in risposta. In un game che sembrava già chiuso, sopra 40-15, Fucsovics torna in confusione, incapace di incidere col colpo d’inizio gioco. Lo spagnolo sfrutta ogni errore dell’avversario, governa ogni centimetro di campo e porta a casa il set col punteggio di 6 a 1. Per Fucsovics, solamente al 50% la percentuale di punti vinti con la prima in campo, a dimostrazione delle grandi difficoltà impostegli da una risposta sempre profonda e arrotata.
Al rientro in campo, l’ungherese è alla ricerca di serenità: sa di dover mettere nei suoi colpi maggior aggressività, per impedire al 22 volte campione slam di prendere il controllo dello scambio. E cosi fa, insinuandosi fra le prime crepe nel gioco del maiorchino, ovvia conseguenza del lungo periodo lontano dalla competizione. Nadal insiste sul lato sinistro, ma Fucsovics è ora più solido e convinto: sfrutta la prima palla break e si issa sul 2 a 0. La poca energia comincia a palesarsi nelle gambe e nelle braccia di Rafa, adesso costretto a rincorrere ogni palla. L’ungherese sfrutta la minor profondità dei colpi avversari, trovando i giusti appoggi e il tempo necessario per spingere nell’angolo scelto. Il tempo, è proprio ciò che lo spagnolo riusciva prima a tagliargli: tutto sembra dipendere da lui, o meglio, dalla sua condizioni fisica. Il Re della terra rossa non sembra più in grado di spingere l’ungherese oltre la riga di fondo: ogni suo colpo è sempre più corto, e Fucsovics sempre più vicino al campo. In queste condizioni, a Nadal non resta che correre, ma, lontano dai giorni migliori gli è sempre più complicato raggiungere i dropshot e i fendenti acuti dell’avversario. L’ungherese, può giocare con troppa, troppa, tranquillità. Al servizio per il set, il numero 83 al mondo torna preda dei dubbi e della ritrovata profondità di Nadal, vincitore di uno scambio infinito: l’inerzia è cambiata, ora è Rafa a spingere. Break riconquistato, tutto da rifare per Marton. L’energia dello spagnolo, però, è a corrente alternata: torna a sbagliare, commette doppio fallo e concede i primi due setpoint: come nei momenti di grande tensione, segue a rete il servizio e annulla il primo. Fucsovics resta aggressivo, trovando una terza chance: Nadal sbaglia tutto, il tocco nella ricerca del dropshot è del tutto fuoritempo, e la palla non arriva al nastro. Si va al terzo e decisivo set.
Tornati in campo, nell’ungherese è subito lampante la fatica fatta per portare a casa il parziale precedente: al servizio fatica, Nadal riesce a comandare lo scambio e a conquistare le chance in risposta. Sfortunatamente, non è abbastanza: Marton alza il livello, un ace, e l’uno a zero è suo. Ad apparire meno lucido, adesso, è il trentaduenne, evidentemente vittima delle fatiche precedenti: concede altre due palle break, ma è nuovamente bravissimo a non tremare nei momento di maggior tensione. Le chance avute, ma non concretizzate, cominciano a spostare l’inerzia dall’altro lato del campo, verso un Rafael Nadal ora sotto 0-40. Con grinta, il campione non molla, fra discese a rete e traiettorie incrociate, risale in parità, mettendo sempre più pressione al proprio rivale. Ed è proprio quella pressione, quell’adrenalina, a spostare in maniera continua gli equilibri di questa grande lotta: Rafa ha, per il terzo gioco consecutivo, ancora occasioni di break e, questa volta, Fucsovics trema. Rafa è a un passo dal secondo turno, a un passo dalla sfida con l’eterno rivale. Fucsovics è sempre costretto alla ricerca del vincente, ma la stanchezza è ormai insidiata in lui. Nadal non concede più niente, almeno fino al servizio decisivo: due matchpoint fuggono via con un doppio fallo, Fucosvics torna a vedere la luce. Ma Rafa, si trasorma in nube: oscura la luce e trionfa al terzo matchpoint.