«Quella immaginata dal Politecnico di Torino non è una trasformazione, ma una vera e propria rigenerazione che cambierebbe il volto di Borgo stazione migliorando la sicurezza e la qualità della vita dei residenti: l’obiettivo è fare in modo che il quartiere della Magnolie torni a essere il biglietto da visita della città per i tanti turisti in transito dalla stazione».
L’assessore ai Lavori pubblici, Ivano Marchiol è pronto a scommettere sul progetto per il quale il Comune aveva chiesto 22 milioni di euro non concessi dalla Regione nella manovra di assestamento.
Un diniego che ha scatenato le polemiche sul fronte politico con la deputata del Pd Debora Serracchiani che si è augurata si sia trattato «di un’incomprensione e non di un atto di prepotenza», e l’opposizione di centrodestra che invece ha invitato «ad abbassare i toni».
Il piano
L’intervento di riqualificazione interessa 4 diverse aree strettamente collegate fra loro.
La prima prevede interventi sull’ambito di via Roma e via Dante, compresa l’area antistante alla scuola primaria, ridisegnando così l’asse che conduce dalla stazione ferroviaria fino all’ingresso nel centro storico; la seconda la riqualificazione di viale Leopardi con spazio per campetti da basket, la terza la rigenerazione dell’area intorno a via Dante Alighieri e l’ultima la costruzione di un nodo intermodale con un parcheggio multipiano per auto e bici che attraverso una nuova piazza urbana colleghi viale Leopardi a via Roma.
È prevista la demolizione di due edifici per far spazio a un parcheggio interrato da 400 posti auto e 75 stalli per le bici.
«Si tratta nel complesso - ha illustrato Marchiol - di una ridefinizione generale degli spazi aperti, delle loro funzioni, del verde e delle attrezzature per la mobilità che possa favorire nuovi usi degli spazi pubblici incrementando la socialità positiva, il valore economico e sociale del sistema ambientale urbano».
La deputata dem
«Mi auguro sia un’incomprensione e non un atto di prepotenza della giunta Fedriga, anche se i toni del presidente in aula sono stati oggettivamente sopra le righe.
Le richieste di Udine sono sostenute da un progetto molto serio con cui si interviene su un pezzo di città ridandole la dignità che merita».
Lo ha detto la deputata Debora Serracchiani, a margine degli eventi di “Borgo Mondo”. «Quando si approva un assestamento di bilancio di quasi un miliardo e 400 milioni – ha osservato – si possono e si devono trovare 20 milioni per Udine, e intendo per tutti gli udinesi, quelli che hanno votato il centrosinistra e quelli che hanno votato il centrodestra. Credo tutti quanti vogliano che si facciano cose utili per la città anziché assistere a polemiche sterili».
L’opposizione
«Le recenti polemiche sollevate dal sindaco e dalla maggioranza udinese riguardo ai fondi non assegnati per Borgo Stazione sono del tutto infondate e fuori luogo».
Lo ha affermato il capogruppo di FdI, Luca Vidoni. «Il sindaco - ha proseguito - mente consapevolmente, cercando di attribuire alla Regione e al centrodestra udinese responsabilità che non competono loro, dato che non ci è mai stata richiesta la partecipazione ad alcun incontro specifico per discutere del masterplan presentato nelle ultime ore.
La città di Udine ha beneficiato di oltre 300 milioni di euro in investimenti regionali negli ultimi anni, dimostrando l’attenzione costante dell’amministrazione Fedriga verso il capoluogo friulano». Loris Michelini di Identità civica ha puntato il dito sulla «totale eliminazione dei parcheggi a raso in via Roma, viale Leopardi, via Carducci, via Dante, via Ciconi concentrando in un unico edificio a piani i posti auto con tutti i problemi del caso».
Per la capogruppo della Lega, Francesca Laudicina, «chiedere alla Regione di dare fondi “al buio” su un progetto mal adattato che potrebbe comportare il rischio di consegnare l’intero quartiere al malaffare invece che risanarlo, è stato un grave errore da parte del sindaco De Toni».
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