E' mancato l'oro, ma l'Italia è entrata con il piede giusto nell'Olimpiade parigina. Tre podi, nessuno a sorpresa. Ma anche tre conferme di quanto visto da Tokyo ad arrivare in riva alla Senna. Per capirci: le previsioni accreditate della vigilia disegnavano per Filippo Ganna (argento) e la staffetta maschile dello stile libero (bronzo) quello che poi è successo. Il bronzo di Luigi Samele non era messo nell'elenco delle medaglie probabili ed è stato un regalo così come bisogna dire che la caduta di Assunta Scutto nel judo - si presentava da numero uno del ranking mondiale - può essere classificato delusione senza margine d'errore.
La lezione del giorno 1 dei Giochi di Parigi 2024 è questa: non c'è nulla di scontato per una spedizione che si è data come obiettivo migliorare il record del 2021 e che nei tre anni successivi ha giustificato il raccolto copioso nella capitale giapponese. Nulla mette al riparo da una dolorosa sconfitta e nulla vieta di sognare in grande.
Pippo Ganna ha chiuso la cronometro con lo sguardo basso di chi puntava all'obiettivo più importante. "Non è la medaglia che pensavo" ha detto con brutale sincerità, persino eccessiva considerato che è stato battuto solo dal belga Evenepoel che si è preparato sulle strade del Tour de France affrontandolo per la prima volta in carriera e chiudendo terzo alle spalle dei fenomeni Pogacar e Vingegaard. Insomma, il cronoman varesino non ha molto da rimproverarsi e può semmai imprecare perchè la pioggia gli ha reso più insidioso del previsto il tratto tecnico della cronometro.
Le medaglie di scherma e nuoto, invece, vanno prese come auspicio perché a Tokyo erano stati proprio questi due sport a rimanere lontani dalle tradizionali vette. Nei prossimi giorni l'Italia calerà gli assi per confermare l'indicazione del debutto.
Per chiudere un'annotazione sulla regia internazionale dei Giochi. Insopportabile nello sciovinismo con cui ha scelto di raccontare gli eventi esterni. Andrà spiegato ai francesi che l'Olimpiade non è un (solo) uno spottone per Parigi - che peraltro non ne ha bisogno -, ma il momento più alto e sacro della carriera degli atleti. E che sono loro il centro di tutto, non i monumenti parigini. Meglio metterlo in chiaro dopo aver assistito a una cronometro in cui le pedalate di Ganna, Evenepoel e degli altri, le scivolate e forature, sono state quasi un intermezzo mal sopportato tra una veduta aerea e l'altra. Anche meno. Grazie.