M. Berrettini b. H. Gaston 7-5 6-3
Poesia. Pura poesia, è Matteo Berrettini: vince ancora, il secondo titolo consecutivo, trionfando all‘ATP 250 di Kitzbuhel. L’italiano ottiene così la decima vittoria consecutiva, senza mai concedere un solo set: 20 su 20, concedendosi solamente tre volte sul proprio servizio. Numeri che non si possono spiegare, numeri che sono difficili da pensare. Eppure, un giocatore che da oltre due anni fatica a giocare due tornei consecutivi a causa degli infiniti infortuni, non finisce di stupirci. E noi, ti chiediamo Matteo, non smettere mai.
L’azzurro ha oggi reso trionfante il cammino delle ultime due settimane che lo hanno visto scalare quarantadue posizioni nel ranking mondiale: da lunedì, sarà il nuovo numero 40 ATP. Difficile da immaginare, sino a un mese fa. Dai tre tiebreak persi con Jannik Sinner, Matteo non ne ha perduto più nemmeno uno, issandosi a muro invalicabile proprio quando la pressione rischierebbe di risaltare i lunghi periodi d’assenza dalla competizione. E invece, Matteo, alla tensione, risponde a suon di ace.
Primo set complicato nell’odierna finale con l’imprevedibile mancino di Gaston, col francese che sembrava poter resistere a un Berrettini in apparenza teso. Alla fine, esce fuori il campione, volando in discesa verso il trofeo sul campo austriaco: 7-5 6-3 in un’ora e ventidue minuti.
Primo set, Berrettini fulmina Gaston: il francese non regga la pressione
I primi giochi della partita sono da subito il più lampante preambolo di quella che sarà la chiave tattica: se da un lato, con l’azzurro al servizio lo scambio non parte mai, su sponda transalpina la necessità è di trovare soluzioni sempre differenti per non concedere continuità e ritmo all’avversario. Le occasioni per il giocatore in risposta, sono sempre pochissime: Gaston dimostra, ancora una volta, la grande capacità di variazione offertagli dalla sua mano mancina, fra posizionamento in campo e angoli alla battuta. Il servizio dell’italiano, invece, sembra concedere qualche chance in più, e, la prima palla break, è del francese: la grandissima profondità nella risposta lungolinea illude Gaston, il punto sembrava già fatto, il gioco conquistato. Invece, Matteo rincorre una palla già perduta, riuscendo in un passante incrociato col dritto in back colpito dai teloni di fondo. La solidità dell’italiano, comunque, non sembra quella dei giorni migliori, in difficoltà nel trovare i giusti appoggi in risposta e a sfondare, come suo solito, col dritto. Nonostante i dubbi, proprio mentre Jasmine Paolini conquistava la sua prima vittoria alle Olimpiadi 2024, Berrettini si (ri)dimostra campione: sul 5 pari, sotto 40-0, l’azzurro infila 5 punti consecutivi, conquistando un break figlio della grande pressione sofferta dal francese, scioltosi nel momento di maggior tensione. La chiusura del set è rapida e indolore: 7 giochi a 5, 7 ace e 21 punti su 25 vinti con la prima di servizio.
Secondo set, Gaston ci prova, ma Matteo è superiore
Al rientro in campo, il francese non sembra mentalmente condizionato dall’esito del parziale precedente, ma il rendimento al servizio dell’ex numero 6 del mondo, è in crescendo. Gaston comincia ad apparire frustrato, le crepe nel gioco dell’azzurro sempre più rare: col doppio fallo, il francese concede le prime due palle break del set. Ancora rabbia, pressione, e nervosismo: Berrettini è avanti, ora a un passo dal secondo titolo consecutivo. La salita del primo set, è ora destinata a trasformarsi in una gloriosa discesa: Matteo non sbaglia più, Gaston è preda dei propri demoni e concede un secondo break, a zero. L’italiano serve per il match. A sorpresa, il braccio di Berrettini sembra irrigidirsi: qualche errore di troppo e due palle break per un Gaston che non intende mollare. Grandissimo scambio, il transalpino è sfinito, ma con le ultime forze rimastegli sulle gambe riesce a tirare un rovescio vincente negli ultimi centimetri di campo, rientrando in partita. La forza mentale di Matteo, è l’arma vincente: in risposta torna aggressivo, Gaston va in confusione e al primo matchpoint Matteo è nuovamente campione.