Ci ha lasciati Josè Alberti, una pagina preziosa del calcio di casa nostra. Si è spento ieri mattina nel letto dell’ospedale San Paolo, dopo aver lottato per alcuni anni con il maledetto morbo di Parkinson. Avrebbe compiuto 83 anni il 26 ottobre prossimo. Era un argentino che amava tanto, tantissimo Napoli: sin dal giorno in cui venne a giocare con l’Internapoli di Wilson, Massa e Chinaglia giurò che non l’avrebbe mai più lasciata. Promessa mantenuta.
Quella di Josè è una storia lunga da raccontare fatta di tanti aneddoti: nasce a Buenos Aires nel quartiere Floresta, i primi passi nel San Lorenzo Almagro, la squadra del cuore di Papa Francesco allenata da Sanfilippo (cinque anni fa l’incontro privato in Vaticano con il Pontefice grazie a un articolo del “Roma”), l’amicizia con Omar Sivori che poi risultò determinante per l’arrivo di Maradona a Napoli (Cyterszpiler, l’agente di Diego, fu ospitato segretamente per quattro giorni a casa Alberti perché voleva conoscere Napoli prima di far firmare il contratto al Pibe).
Ed ancora il suo trasferimento in Italia nelle giovanili della Juve: una mezzala sinistra che prometteva bene, ma per la chiusura delle frontiere fu costretto a giocare per due anni in Belgio. Tornò per farsi valere in serie C con l’Ivrea, a Perugia, ad Avellino e con lo storica Internapoli vomerese. Poi scelse la carriera di allenatore senza mai prendere il patentino a Coverciano: si accontentò di restare a guidare squadre campane tra cui la Palmese, il Giugliano, la Cavese, il Gladiator.
Per circa tre anni stette al fianco di Maradona, dandogli tanti consigli fino alla “separazione” quando non riuscì ad allontanarlo dalle cattive amicizie. Il suo rapporto con Diego, comunque, fu ripreso ogni qualvolta veniva in Italia per andare alle trasmissioni televisive o ospite di Incocciati e Bagni.
Da “pensionato” del calcio si fece valere anche nel torneo Intersociale organizzato dal “Roma” al fianco di Omar Sivori nella squadra del Cargo. Validissimo opinionista. Ma la storia napoletana di Josè Alberti non finisce qui: innamorato del golfo di Napoli, rilevò un locale by night accanto a “Giuseppone a Mare” e lo trasformò in una paninoteca: “La Cueva”, dove erano di casa Bertoni, Dirceu e tutta la famiglia Maradona.
Fu costretto negli anni a trasferirla a via Martucci dove si poteva gustare un’ottima carne argentina. Agente Fifa, consigliò a Lotito, l’acquisto di Zarate. Fu anche ospite a Londra del primo ministro Blair. Insomma ci ha lasciato un “piccolo-grande” uomo che aveva un cuore d’oro al di là delle sue qualità professionali apprezzate da tutti quelli che lo hanno conosciuto. Lo saluteremo questa mattina alle 11 nella chiesa Santa Maria di Bellavista a Posillipo.
Lascia la moglie Mariagrazia, due splendidi figli, Andrea ed Emilia, e tre meravigliosi nipoti Chiara, Nicola e Pierluca. Li abbraccio tutti nel ricordo del mio caro amico Josè, presente 45 anni fa, a Villa Scipione, alla festa del mio matrimonio.
IlRoma.net
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