L’inverno demografico si fa sempre più pungente, soprattutto nella Città metropolitana di Venezia. Stando ai dati, degli otto punti nascita di strutture pubbliche in Veneto al di sotto dei 500 parti l’anno – limite previsto dai protocolli ministeriali per garantire la sicurezza delle mamme e dei neonati– la metà si trovano nel veneziano.
I dati del Ministero della Salute si riferiscono al 2023. Gli ospedali sotto la soglia sono Asiago, con 66 parti, Adria con 250, Portogruaro con 273, Valdagno con 325, Venezia centro storico con 345, Chioggia con 449, San Donà di Piave con 480 e Castelfranco Veneto con 482. Le strutture sopra la soglia per un pelo, Rovigo e Belluno.
Il limite di 500 parti l’anno segue le indicazioni dei decreti ministeriali, che definiscono in 1.000 parti l’anno il «best standard». I punti nascita sotto i 500 rimangono aperti per motivate valutazioni, legate a specifiche condizioni geografiche, cosa avvenuta finora e valida per Venezia.
Sono 9 gli ospedali sopra i 1.000 parti: tra questi Padova e Mestre con 1.781. E proprio l’Angelo ha un numero elevato di parti grazie agli stranieri – bengalesi in testa – che scelgono l’ospedale Hub.
«La soglia dei 500 parti è da molti anni una regola» fa sapere l’Usl 3 Serenissima «ma nonostante ciò non c’è all’orizzonte alcun problema per i due punti nascita che fanno meno parti. Il Punto Nascita di Venezia opera e continuerà ad operare in deroga: è uno dei modi in cui si concretizza l’attenzione alla specialità di Venezia, inoltre opera in stretta collaborazione con quello di Mestre – anche con lo scambio di personale – dove vengono gestiti i casi delicati».
Non solo: «Il Punto Nascita di Chioggia negli ultimi anni naviga poco sopra o poco sotto i 500 parti, ma la programmazione regionale lo considera punto di riferimento, tant’è che si sta costruendo, proprio nell’Ospedale di Chioggia, l’innovativo reparto per la Procreazione Medicalmente Assistita, che non può stare separato da un Punto Nascite, e che al Punto Nascite farà da traino». Stessa cosa per San Donà e Portogruaro. Quest’ultimo è stato riaperto nel 2017 e l’anno passato un post di Zaia esultava per il bimbo nato numero 250, record per il reparto, che sfiora quota 273. «I protocolli ministeriali sono noti da tempo alle Usl e alla Regione» fa sapere l’Usl 4 Veneto Orientale «sono state fatte delle scelte a livello regionale e le aziende sanitarie hanno seguito la programmazione».
L’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin rassicura: «Conosciamo i numeri e abbiamo chiesto la deroga (che ci è stata riconosciuta) per tutti i punti nascita in questione, che confermiamo, in primis Venezia».
Portogruaro? «È un Punto fortemente voluto perché territorio di confine, siamo lontani dai 500 parti, ma come in altri casi abbiamo chiesto la deroga per rispondere a un’esigenza. Sappiamo che ci sono gap di medici, per questo serve fare rete».