Sondaggi TP: maggioranza preferisce Kamala Harris, partita in USA è aperta
Bentornati su Termometro Politico per l’ultimo sondaggio settimanale prima della nostra pausa estiva. Non potevamo che chiudere con quello sarà, da qui al primo martedì di novembre, l’evento chiave della politica internazionale: le presidenziali U.S.A.
Joe Biden si è ritirato definitivamente dalla corsa presidenziale e, al suo posto, è subentrata Kamala Harris. Non c’è ancora l’ufficialità ma l’attuale vicepresidente degli Stati Uniti ha ricevuto l’endorsement dello stesso Biden e, per una serie di ragioni, viene vista e valutata come l’unica candidata possibile. Partiamo dalle ragioni che hanno spinto Biden a fare un passo indietro.
La stragrande maggioranza degli italiani (64,3% dei rispondenti, dato più che raddoppiato rispetto alla seconda risposta più frequente) afferma che sia stato legato a pressioni interne. “Dentro il partito democratico e tra i finanziatori era cresciuta la pressione verso la rinuncia e sarebbe rimasto senza appoggi e risorse economiche”. A seguire ma a lunga distanza, la presa di coscienza autonoma dell’attuale presidente degli Stati Uniti d’America. Per il 26,2% del campione, Biden si è reso conto del peggioramento delle sue condizioni di salute fisica e mentale e di non poterle più nascondere.
Molto staccate, infine, le altre due possibilità. Il 4,6% crede che sia stato spinto dalla famiglia “che fino a poco tempo fa, invece, sosteneva la sua ricandidatura”. Infine, col 3,4% l’opzione del ricatto, secondo cui qualche avrebbe minacciato di esporre qualche scheletro nell’armadio se non si fosse ritirato.
E, al suo posto, è così subentrata Kamala Harris. La vicepresidente degli Stati Uniti si è subito messa in mostra con un discorso estremamente aggressivo nei confronti del candidato repubblicano. In questo momento l’attenzione mediatica è rivolta prevalentemente ai democratici e, forse per la prima volta dopo l’attentato ai danni de tycoon, si vede la possibilità di un risultato incerto. Abbiamo chiesto, quindi, se senza Biden e con Kamala Harris candidata, il partito democratico abbia più possibilità di battere Trump a novembre.
Gli italiani affermano che, in effetti, questo avvicendamento favorisca i democratici. Per un 37,5% (risposta più gettonata) i democratici sono avvantaggiati dal ritiro di Biden e la sfida riparte da zero ed è aperta. Poi, un 21% che crede invece che sia la Harris ad essere favorita rispetto a Trump, e che ci sia stato quindi un vero e proprio rovesciamento degli equilibri.
Altra risposta molto gettonata (23,1%) è quella che valuta in modo neutro questo avvicendamento in quanto “gli americani sono molto polarizzati, questo cambiamento non modifica la situazione”. Infine, un 14,5% crede che il nome di Kamala Harris risulti peggiore rispetto a quello di Joe Biden e che, in definitiva, Trump mantiene e aumenta il proprio vantaggio rispetto al candidato democratico.
Ma chi voterebbero gli italiani? In uno dei nostri ultimi sondaggi – datato 8 marzo 2024 – abbiamo visto che questi preferirebbero Trump a Biden. E adesso, invece, cosa potrebbe succedere?
In questo caso ci sarebbe un sorpasso importante operato dal candidato democratico. Kamala Harris verrebbe preferita dal 41,8% dei rispondenti. Donald Trump, invece, sarebbe votato dal 35,7% del campione. C’è anche chi opterebbe per una terza via, come quella dell’indipendente Robert Kennedy Jr. (5,9%) e chi, invece, opterebbe per un candidato minore o propriamente per nessuno (10,3%).
Se negli Stati Uniti la gran parte dei sondaggisti confermano il vantaggio di Donald Trump, in Italia la situazione sarebbe diametralmente opposta.
Ci sarà una discesa in campo dei figli del patriarca del centrodestra italiano? È una domanda attuale considerati alcuni eventi delle ultime settimane. Abbiamo ricordato che C’è chi ipotizza o auspica che Piersilvio e Marina Berlusconi entrino in politica e domandato, così, se sarebbe positivo.
Partendo dalla sintesi: no, non lo sarebbe. Tuttavia, la ragione principale non è politica, anzi. Per un 43,9% sono persone capaci, ma proprio per questo è meglio che rimangano a fare a tempo pieno gli imprenditori. La “risposta politica negativa” è al 29,6% e sostiene che “hanno idee lontane dalle mie, credo che favorirebbero politiche distanti da quelle che ritengo migliori per il Paese”.
Dall’altra parte, c’è un 12,8% che auspicherebbe una loro discesa in campo perché modernizzerebbero l’area moderata del centrodestra, portandola su posizioni più liberali, meno conservatrici e populiste. Infine un 7,6% che pure valuta favorevolmente la loro discesa in campo ma creando “un contenitore nuovo, separandosi da Forza Italia e dal centrodestra attuale, da cui secondo me sono lontani”.
In sintesi: per i Berlusconi, meglio non scendere in politica, ma c’è una gran parte di italiani che non li vorrebbe più per i meriti che hanno in altri ambiti, piuttosto che per ritenerli effettivamente inadeguati.
Le ultime intenzioni di voto di luglio vedono il primo partito d’Italia in gran forma. FdI, infatti, guadagna 0,4 punti e passa dal 29,2 al 29,6% e si riavvicina alla soglia dei 30 punti. Stabile il PD al 24%, dietro c’è la batteria di quattro forze politiche tutte relativamente vicine. Tutte e quattro (M5S, FI, Lega e AVS) perdono qualcosa (chi più, chi meno). Stabilità invece nelle retrovie, con Azione ferma al 3,1% e il leggero incremento di Italia Viva (+0,1) e Pace Terra Dignità (+0,1%).
Chiudiamo, infine, con il livello di gradimento nella premier Meloni. Oltre al buon dato del partito, c’è stato anche un miglioramento marcato sul dato in chi ripone molta fiducia nella premier (+1,5%) e diminuisce di oltre un punto il dato di chi non vi ripone la minima fiducia (dal 47.9 al 46,8%).
Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI, 3.000 interviste realizzate tra il 23 e il 25 luglio 2024
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