«Il sindaco Brugnaro fa bene a non dimettersi e a andare avanti perché di concreto contro di lui ancora non c’è nulla, ma politicamente deve spiegare al più presto, con ampiezza di particolari la sua assoluta estraneità ai fatti che gli vengono contestati, per evitare così di essere logorato mediatamente e sulla piazza».
È l’opinione di Vittorio Sgarbi, che ha già vissuto in passato gogne giudiziario-mediatiche per le sue vicende personali e politiche ed è sempre attento su ciò che accade a Venezia.
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Sgarbi, cosa pensa dell’inchiesta con arresti e avvisi di garanzia che sta coinvolgendo anche il sindaco Brugnaro, i suoi più diretti collaboratori, un assessore e molti dirigenti delle società partecipate del Comune?
«Che è abbastanza inquietante. Mi sembra di capire che a Brugnaro non siano state mosse ancora accuse concrete e che lo stesso pm abbia detto che si indaga su di lui per verificare il pieno rispetto del Blind Trust che aveva sottoscritto, nella sua azione di amministratore. Vedo quindi un eccesso di zelo, si poteva prima verificare la sussistenza di elementi concreti a suo carico e poi inviargli l’avviso di garanzia in questo caso. Tenendo conto che l’apertura di un’inchiesta come questa poi comporta come ricaduta sulla governabilità della città. Ci sono evidentemente delle responsabilità accertate, come quelle a carico dell’assessore Boraso, che infatti è stato arrestato, ma che mancano al momento con la stessa evidenza nei confronti del sindaco. Un comportamento della magistratura che giudico anomalo e che potrebbe anche legittimare un ricorso al Consiglio Superiore della Magistratura».
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Resta però, al di là del problema giudiziario, il problema politico. Si può continuare a governare una città in mezzo alle contestazioni dei cittadini, alla pressione mediatica, a un’inchiesta che comunque coinvolge dirigenti e uomini di fiducia dello stesso Brugnaro, che risultano oggi, agli occhi dell’opinione pubblica, delegittimati?
«Sì, il problema politico c’è tutto e va risolto al più presto, senza dannose dilazioni di tempo. Il sindaco, assistito anche dai suoi legali, deve chiarire in tutti gli aspetti e in modo particolareggiato le vicende che lo riguardano, a cominciare da quella dei Pili, e deve farlo pubblicamente, di fronte al Consiglio comunale, come credo avverrà. Deve proclamare e dimostrare la assoluta estraneità dalle vicende giudiziarie in cui è stato coinvolto. Solo cosi può pensare di andare avanti sino alla fine del suo mandato, senza subire contestazioni».
Certo che, dal Mose ai Pili, Venezia è sempre sottoposta a cicloni giudiziari che finiscono per coinvolgere i suoi primi cittadini. Allora Orsoni e ora Brugnaro.
«Per questo vanno accertate al più presto le responsabilità reali dal punto di vista giudiziario anche in questa vicenda. Per evitare di lasciare ancora una volta Venezia allo sbando e con un danno anche d’immagine evidente, perché di ciò che sta accadendo si parla in Italia e all’estero».