“Non vedo l’ora di lavorare con Biden nei prossimi mesi”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu incontrando nello studio Ovale Joe Biden e ringraziandolo per il suo sostegno a Israele nei suoi 50 anni di carriera politica. “Voglio ringraziarla per i 50 anni di servizio pubblico e per i 50 anni di sostegno allo Stato di Israele, e non vedo l’ora di discutere con lei oggi e di lavorare con lei nei mesi a venire”, ha detto il premier israeliano, che ha in agenda anche un bilaterale distinto con Kamala Harris.
Netanyahu, che non ha risposto alle domande dei giornalisti presenti, poi allontanati dallo staff della Casa Bianca, ha ricordato di conoscere Biden da 40 anni, mentre il’81enne presidente americano ha sottolineato di aver conosciuto tutti i premier israeliani dai tempi di Golda Meier, secondo quanto riferisce Times of Israel. Al centro dell’incontro, le tensioni lungo il confine tra Israele e Libano, la necessità di evitare una escalation in Medio Oriente, l’instabilità in Cisgiordania e il sostegno di Washington alla difesa di Israele contro l’Iran e i suoi proxy nella regione. Biden ha presentato a Netanyahu la necessita di arrivare a un cessate il fuoco “rapidamente”, secondo quanto detto dal portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby alla stampa.
Gli Usa ritengono di essere nelle fasi finali della conclusione di un accordo che dovrebbe sospendere i combattimenti a Gaza e consentire la liberazione degli ostaggi, rispetto alla quale esiste ancora un “gap”, che però il presidente Usa ritiene “superabile”. Biden ha segnalato che la fine della guerra a Gaza rimane una priorità assoluta nei suoi ultimi mesi in carica. Ha ripetutamente affermato che un accordo di cessate il fuoco era imminente, anche se gli Stati Uniti e gli altri partner negoziali sono rimasti frustrati per mesi dalla mancanza di un accordo.
Gli incontri, parte della visita di alcune ore di Netanyahu alla Casa Bianca, avvengono il giorno dopo che il leader israeliano ha pronunciato un discorso di sfida ad una riunione congiunta del Congresso. Netanyahu, che ha anche ringraziato Trump pubblicamente “per tutto quello che ha fatto”, ha respinto le critiche delle organizzazioni internazionali sulla condotta di Israele, ha affermato che l’Iran finanzia i manifestanti filo-palestinesi e ha promesso che Israele non si accontenterà di niente di meno che della “vittoria totale”.
Ma un messaggio a Netanyahu è arrivato anche da Donald Trump, alla vigilia del suo incontro a Mar-a-Lago con il premier israeliano. Deve “finire la guerra e farlo in fretta, perché li stanno uccidendo con questa pubblicità”. Ha detto The Donald rispondendo ad una domanda nell’intervista a Fox News. “Lo Stato di Israele non è molto bravo con le Pr”, ha poi aggiunto il tycoon, ricordando che Israele “deve riprendersi il suoi ostaggi” anche se crede che “molti di loro, forse, sono morti”. “Il 7 ottobre non sarebbe mai successo se io fossi stato presidente. Nessuna possibilità, l’Iran era sul lastrico, non avevano soldi per Hamas o Hezbollah”, ha detto ancora Trump.
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