Non è la prima volta che lo racconta e d’altronde deve essere una cosa alla quale pensa spesso Aleandro Baldi, che si è raccontato in una lunga intervista a La Verità. Da Non Amarmi, anno 1992, cantata al Festival con Francesca Alotta perché la sua ragazza, alla quale era dedicata, “non cantava”, a due anni dopo quando Sanremo lo vinse con Passerà: “In questo brano si evidenzia che certi mali personali nascono anche da quelli generali. È una società questa, che a volte porta anche al massacro, perché sono richieste così tante cose che a volte uno ce la fa a rispondere, altre volte si perde”. Ed eccolo, lo snodo della sua carriera che aveva raccontato anche lo scorso anno durante la trasmissione radiofonica I Lunatici quando spiegò: “A livello alto si dice che quando è emerso Bocelli due non vedenti non potevano stare sulla breccia. Avevo scritto anche una canzone in merito a questo…”. Ora, a La Verità conferma: “Andrea Bocelli con Con te partirò arrivò quarto al festival di Sanremo 1995. Però, mentre io avevo una casa discografica un po’ più ostile nei miei confronti, lui aveva persone come Caterina Caselli e Tony Renis che credevano in lui e l’hanno fatto andare all’estero. Da lì ci fu il suo grande successo. E allora, avendo lui successo all’estero, in Italia si arrogarono di dire che il cantante non vedente per eccellenza è lui. Io all’estero, purtroppo non sono andato”. Da allora non è stato più chiamato: “perché la commissione di Sanremo deduceva questo ‘noi, a Sanremo, vorremmo Bocelli. Aleandro non ha fatto successo nel mondo'”. E ancora: “Purtroppo in Italia non siamo ancora maturi. La gente ha sempre bisogno di un solo leader e in quel momento, avendo fatto successo all’estero, il leader tra i non vedenti era lui. Si può dire quel che si vuole, ma è così”.
L'articolo Aleandro Baldi su Andrea Bocelli: “Quando il leader dei non vedenti è diventato lui, non mi hanno più chiamato a Sanremo” proviene da Il Fatto Quotidiano.