In questo periodo sono abbastanza in difficoltà a parlare di Milan, anche perché il calciomercato è il periodo dell’anno che mi piace di meno e perché questo Milan, questa dirigenza t’invogliano sempre meno a dialogare della squadra che amiamo.
Non entro nel merito di Morata o dei nomi che circolano per il nostro calciomercato, perché metà non li conosco e non riesco a capire se Morata sia il giocatore che ci serve a livello tecnico. Questa risposta a darcela sarà come sempre il campo.
La mia difficoltà nel parlare del Milan deriva dal fatto che oramai nella tifoseria rossonera si sono create due fazioni. Quella pro società e quella contro società. Mi spiego meglio.
Partendo dalla mia opinione che è abbastanza limpida siamo in mano a delle gente che sta speculando sul Milan e che tutto quello che è fatto ha una sola finalizzazione: l’aspetto economico.
Però se lo dici sei etichettato come disfattista perché la cosa più importante è la maglia. Grazie al cavolo lo dite ad uno che sognava in serie B, e che per ad indossare la maglia ci vogliono veri Uomini con dei valori, che purtroppo in questa società moderna stanno scomparendo, non solo nel calcio.
Però se dici che si deve tifare a prescindere sei un filo societario.
La loro comunicazione è chiara e ha portato alla divisione in varie fazioni il tifo. Mai vista una cosa del genere, nemmeno negli anni della serie B.
Poi chiaramente i social network hanno aperto un mondo che prima non esisteva o forse erano quelle quattro chiacchere da Bar che rimanevano dentro quei quattro muri davanti ad una birra o nelle contestazioni delle curve che oramai non esistono più, se non con un po’ di silenzio. Sono veramente in difficoltà a raccapezzarmi in questo modo di fare e d’intendere il calcio. Sono io che sto diventando Vecchio.
Poi magari Vecchi tifosi come me, si arrabbiano perché vedono le cose fatte a casaccio, mi vi siete mai chiesti da quanto tempo non abbiamo un Ds che capisca di calcio? Non credo di sbagliarmi di molto ma l’ultimo è stato Ariedo Braida, arrivato al Milan nel 1986. Da quando lui è andato via, nel 2013, abbiamo avuto per 4 anni Maiorino, un anno Mirabelli e poi c’è stato l’avvento di Leonardo con Maldini e poi con Massara. Ora abbiamo Moncada che non sa nemmeno quale è il suo ruolo e D’Ottavio che non so nemmeno che volto abbia. Sono 38 anni che non si investe su questa figura. E a questa società non interessa nemmeno investire su quel ruolo dirigenziale, perché meno gente capisce di calcio meglio è. E ci possono raccontare tutte le fesserie che vogliono, tanto tu devi acquistare la maglietta non perché la ami, ma perché è il brand da valorizzare.
I tifosi, come me, hanno sopportato di tutto, anche la squalifica europea per il fantomatico FFP (penso gli unici di un certo livello), ma era anche palese che eravamo in difficoltà economiche e con una squadra da ricostruire e quindi eri consapevole che al massimo potevi ambire ad un posto Champions. Poi hai vinto lo scudetto e i conti iniziavano ad andare a posto, la squadra iniziava ad avere una sua forma, e da quel momento sono iniziati i primi problemi e il tifoso ha cominciato a pretendere di più, e anche qui giù di fazioni, chi contro Maldini, chi pro Maldini, chi pro società chi contro società, chi più ne ha ne metta.
Ora è evidente che potrebbero fare ma non fanno, se non a caso e senza un filo logico. E questi pseudo dirigenti parlano di vittorie, dove i loro fatti non assecondano le parole.
Sono tre anni che vinciamo la Champions del Bilancio e per assurdo siamo quelli che hanno più paletti di tutti nelle trattative. Giocatori con cartellino al massimo venti milioni, stipendio entro un certo range.
Francamente a me dà l’idea di una buona e sana improvvisazione e senza nessun piano logico. Prendiamo qualche giocatore perché sono quelli che possiamo permetterci, vedi il buon Alvaro Morata.
La prima grande spaccatura è stato l’allontanamento di Maldini, perché la sua figura riusciva a colmare e ad unire la tifoseria alla società, mandato via Lui c’è stato lo scisma.
E altra cosa di cui non mi capacito questo continuo cambiare o mandare via dirigenti non agevola. Nel loro Gazidis e Maldini ci hanno impiegato almeno 3 anni per iniziare a funzionare, ora andati o mandati via devi ricominciare da capo e permettere ai nuovi, che non sanno nulla, di fare il loro percorso. Sono troppi anni che non abbiamo dirigenti pronti e preparati in società, troppi anni, un gap che oltre quello tecnico anche quello dirigenziale sta diventando sempre più ampio e quasi incolmabile.
Io non sarò mai dalla parte di questa gente.
Come sempre
W Milan
Harlock