L’aria del mare di Umago fa bene a Fabio Fognini, che esordisce nell’ATP 250 croato a due passi (letteralmente) da alcune spiagge di grande bellezza con la vittoria sul francese Luca van Assche. 6-4 6-3 il risultato finale del primo turno che, di fatto, conferma quanto già visto a Wimbledon circa il tipo di confronto tecnico esistente tra i due. Per il taggiasco ora il lucky loser taiwanese Jason Tseng (il nome sarebbe Chun-hsin, ma è più noto così), entrato direttamente al secondo turno al posto del danese Holger Rune.
Il primo game vive subito di tanta, anzi tantissima lotta (e spettacolo) con Fognini che fatica parecchio a tenere la battuta, ma ci riesce. L’appuntamento col break per van Assche è solo rimandato all’1-1, ed arriva alla terza opportunità ed ai vantaggi con una palla che va molto vicina all’incrocio delle righe. I due combattono furiosamente anche nel quarto gioco, il ligure una chance del controbreak ce l’ha, poi un’altra, ed è quella buona con il transalpino che di rovescio restituisce il favore. Anche sul 3-3 i due non si risparmiano in nessun modo, e questo stato delle cose dura fino al 5-4 per l’italiano, che sul 30-30 sfodera prima una notevole risposta di dritto e poi un gran rovescio lungolinea nel suo stile, quello che dopo 63 minuti di gran tennis lo spedisce sul 6-4.
Nel secondo parziale, dopo che Fognini sale sullo 0-30 senza però avere reali chance di concretizzazione, è proprio lui ad annullare brillantemente una palla break. Una specie di via libera per il ligure, che mette il turbo e mostra di nuovo tutte le difficoltà di van Assche nella comprensione di un gioco come quello dell’esperto taggiasco. La combinazione delle cose ne significa una sola: entra in scena il Fognini dei momenti migliori, capace di vincenti che tanti possono solo immaginare. Con relativa tranquillità si arriva sul 5-3 40-0, e la parte meno facile per Fabio, paradossalmente, è chiudere: se ne vanno due match point, ma il terzo è mirabile, uno scambio lungo che si chiude con un gran bell’incrociato di dritto.
Per Fognini, nonostante il 55% di prime in campo, una performance che funziona soprattutto in virtù del 54% di punti vinti con la seconda, contro il 41% (9/22) di van Assche. Per il taggiasco una conferma di un valido stato di forma e della possibilità di fare bene in un torneo che forse mai come quest’anno è soggetto a numerosissime particolarità.