GORIZIA Un gentiluomo d’altri tempi, dedito al lavoro, alla famiglia, alla sua fede cristiana. Era tutto questo Giovanni Bertali, classe 1925, ex direttore generale del glorioso Lloyd Triestino, persona molto nota anche per il suo impegno nel sociale, scomparso in questi giorni, quando stava per tagliare il traguardo del secolo di vita. Nato a Cremona, Bertali arrivò a Trieste nel 1960, forte della laurea in Ingegneria navale, per entrare negli organici tecnici del Lloyd Triestino di navigazione, passando ben presto a ruolo di direttore dell’Esercizio flotta, settore che all’epoca comprendeva sia il comparto passeggeri sia dei cargo.
In seno al Lloyd Triestino Bertali rimase fino al compimento dei 63 anni, arrivando a ricoprire la carica di vice direttore generale, veste nella quale portò a compimento l’ennesima trasformazione tecnica del naviglio lloydiano, nel quale il segmento portacontainer stava soppiantando del tutto in quel periodo le attività passeggeri e cargo tradizionali.
Il giusto riconoscimento per il suo lavoro arrivò con il conferimento della Stella al merito del lavoro. Ma Bertali non era capace di rimanere inattivo, nonostante il raggiungimento dell’età pensionabile, e nel 2003 entrò a far parte, su richiesta dell’allora vescovo, Eugenio Ravignani, del Comitato per le celebrazioni del 700° anniversario della Cattedrale di San Giusto, nella sua attuale espressione architettonica. Un compito che accettò volentieri, perché si trattava di unire le storie di Trieste e Cremona, in quanto gli scalpellini che forgiarono la chiesa erano tutti di Soncino, piccolo centro del cremonese, ricordati con una via di Servola. Il tutto assumendo nel contempo anche altri incarichi: in quegli anni Bertali fu presidente dell’Unione cristiana dirigenti, del Lions club, della Pro Senectute.
Nel 2006 il Lloyd Triestino tagliò il traguardo dei 170 anni dalla fondazione e Bertali colse l’occasione per raccogliere attorno a sé un gruppo di professionisti e manager legati alle vicende marittime triestine, al fine di dar corpo a un Comitato per mezzo del quale celebrare tale evento. Fu un successo per la città intera in cui il ricordo del Lloyd era ancora forte. «Il Lloyd triestino – disse parlando all’epoca – deve risorgere». Una passione per la Compagnia, quella di Bertali, che lo portò a battersi per il consolidamento e la ristrutturazione del palazzo di piazza dell’Unità d’Italia. Nel 2012, dopo la scomparsa della moglie Andreina, si ritirò definitivamente. «Le energie nel tempo gli sono venute progressivamente meno – dice di lui il fraterno amico e collega Claudio Orelli – ma non la sua lucidità e i suoi stati d’animo. Ciao direttore».
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