TRIESTE Gli ultimi elicotteri che hanno sorvolato il golfo di Trieste sono quelli di Papa Francesco e dei soccorritori che l’altro giorno raccoglievano acqua per domare gli incendi in Slovenia. Stavolta però non c’entrano né le visite del Santo Padre, né gli infernali roghi oltreconfine: c’entra la bella vita.
Bella per chi se lo può permettere l’elicottero, un po’ meno bella per chi lo deve sopportare: i vicini di casa. Ne sanno qualcosa i residenti della Costiera, in particolare chi abita nelle ville arroccate poco dopo l’Hotel Riviera, nella parte sottostante l’incrocio con via della Vitalba a un soffio dal mare. Lì c’è un nugolo di stradine punteggiate da abitazioni da sogno. Vivono imprenditori triestini, facoltosi ereditieri e svariati austriaci. Gente il cui mattino comincia con caffè e tuffo rinfrescante.
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Ma la scontrosa tranquillità di quel pezzo di Costiera domenica pomeriggio è stata turbata da un curioso via vai: un elicottero privato che decollava e atterrava sul tetto di una grande villa, l’abitazione dell’imprenditore friulano Sergio Bortoluz, proprietario di una fabbrica di elicotteri, la Konner srl di Amaro.
Domenica uno dei suoi velivoli, un ultraleggero, andava e veniva da quel tetto di casa: una sorta di pista d’erba, una “aviosuperficie”, con tanto di “H” segnaletica. Lo faceva di continuo, sostengono i residenti. Tanto che a un certo punto la cosa li ha messi in allarme. E li ha soprattutto infastiditi, quindi hanno chiamato i Carabinieri. Dopo pochi minuti è arrivata una pattuglia di Aurisina.
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La questione è seria: c’è il problema del frastuono, innanzitutto. Ma anche dell’«insicurezza percepita». Bisogna mettersi per un attimo nei panni di queste persone che hanno casa in Costiera: avere un vicino che va e viene con l’elicottero, forse non è così piacevole. La gente non vuole confusione e ha paura. Per non parlare di chi possiede cani, che domenica si sono messi ad abbaiare.
Immaginiamo il caos. Chiedere alla sessantaquattrenne Livia Amodeo: lei abita a una decina di metri dalla villa dei decolli e degli atterraggi. «L’elicottero – spiega – andava e veniva di continuo e faceva giri sulle case con un rumore pazzesco, per non parlare della pericolosità: non ci fa star tranquilli vivere con gli elicotteri sopra la testa. In molti, qui, hanno fatto presente questa cosa ai Carabinieri». I vicini sono d’accordo con lei.
Da quanto risulta domenica le segnalazioni alle forze dell’ordine sono giunte non solo dai residenti di quella zona della Costiera, ma anche dai bagnanti che stavano prendendo il sole sulle barche ormeggiate nelle vicinanze della riva. «Hanno chiamato per protestare – spiega un vicino della signora Amodeo – va infatti considerato che, viste le norme sulla sicurezza, loro si tengono a sessanta metri di distanza dalla spiaggia. Invece l’elicottero volava non lontano dai tetti delle case facendo evoluzioni».
Numerosi i residenti colpiti dall’accaduto, tra cui un imprenditore alberghiero austriaco: «L’elicottero ha disturbato tutti – afferma – questa è arroganza, maleducazione, mancanza di rispetto. Ora sarà così tutta l’estate? ». Chi abita in quella parte della Costiera intende ingaggiare un avvocato e mandare un esposto in Procura.
I Carabinieri, comunque, nel corso del controllo hanno appurato che è tutto in regola: il velivolo è autorizzato dall’Enac e nel corso del pomeriggio non è stata commessa alcuna violazione.
«Non vedo il problema – osserva Bortoluz – l’elicottero non è pericoloso, un’automobile lo è di più. E non abbiamo fatto nessuna evoluzione. Qui è tutto in regola: il tetto è stato collaudato come aviosuperficie. Domenica – precisa – avevo qui una decina di persone tra amici e colleghi competenti. Siamo prima andati in una villa a Duino a salutare un amico che ci aspettava, poi siamo tornati indietro. Inoltre ci ha chiamati un altro amico che abita in Costiera per fargli alcune foto sopra casa sua. Non è successo niente di male».
«Io – aggiunge l’imprenditore friulano – credo che di mezzo ci sia l’invidia. Io vengo dalla Carnia, noi non avremmo mai fatto una commedia come la fate a Trieste. D’altro canto io ho la casa lì, ho un’azienda di elicotteri e ho fatto una festa portando tutti i miei amici con l’elicottero. Non ci siamo messi a fare giri tra i tetti – insiste – abbiamo portato anche quattro bambini, perché credo debbano capire che non esiste solo la barca a vela, di cui tra l’altro sono appassionato, ma che si può anche volare. È pericoloso ciò che non si conosce».
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