A una settimana dall’annegamento di due giovani c’è chi continua ad immergersi nelle acque del Brenta sotto il Ponte della Vittoria, a Campo San Martino.
Un’altra domenica calda, quella di ieri. C’è chi va a cercare refrigerio, e si tuffa: nonostante il divieto di balneazione, i cartelli, il segno di morte. Il consigliere regionale Luciano Sandonà vive a due passi dal ponte e ha pubblicato un video sulla sua pagina Facebook: si vede chiaramente una persona fare il bagno a qualche metro dalla riva.
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Sembra avere il controllo, tutto appare tranquillo, ma il fiume ha dimostrato di essere terribile e in grado di travolgere anche nuotatori esperti. «Ad una settimana dal doppio annegamento», denuncia via social Sandonà, «qualcuno si cimenta nel nuoto a qualche metro dal “punto della morte”, nonostante il divieto assoluto di balneazione».
E poi l’affondo: «Questo a dimostrazione che occorre chiudere l’accesso alla spiaggetta a valle del ponte per prevenire altri lutti. Vengono i brividi pensando ai due ragazzi e alle vittime precedenti, speriamo non siano morti inutilmente. Naturalmente ho avvisato i carabinieri».
Nei giorni scorsi Sandonà si è reso protagonista di un braccio di ferro con l’assessore regionale del suo partito, il leghista Giampaolo Bottacin. «Chiudere le spiaggette con transenne è un provvedimento inutile, l’unica protezione è rispettare le regole», la linea dell’assessore.
Dal canto suo Sandonà – supportato dal collega Giulio Centenaro e dall’amministrazione comunale – ha interpellato il Genio Civile: «Non ci sono ostacoli tecnici nel chiudere la spiaggetta, serve solo la volontà. Non intendo fermarmi: il pericolo è certo e alla gente non interessano i cartelli. Non ci si può lavare le mani: ho chiesto di chiudere quella spiaggia, non tutto il Brenta, perché lì il rischio di affogare è reale».
Numeri tragici: «Quattro morti in sei anni possono bastare, senza contare chi è annegato anni prima. Già negli anni ’90 abbiamo messo cartelli col teschio per segnalare in quell’area il pericolo di morte».
«Il rischio zero», l’argomento dell’assessore, «purtroppo non esiste in natura. La soluzione è fare cultura di prevenzione. Spesso, però, questi luoghi pericolosi sono frequentati da stranieri adulti che non hanno potuto acquisire le giuste conoscenze».
Proprio domani avrebbe compiuto 30 anni Stefan Bogdan, l’eroico corriere di Amazon originario della Romania che ha cercato di salvare il 23enne cingalese Ramesh Ganegedara, prima che entrambi fossero travolti dalla corrente. Oggi alle 10 nella chiesa ortodossa di Loreggia saranno celebrate le esequie di Stefan, mentre a Curtarolo – dove il campione di braccio di ferro ha vissuto dal 2004 al 2017 – il sindaco Martina Rocchio ha proclamato il lutto cittadino.