GORIZIA. Dieci episodi di maltrattamenti in famiglia da gennaio a oggi. E 25 casi di violenza sessuale nell’arco degli ultimi 2 anni e mezzo. Sono i dati forniti dalla Prefettura di Gorizia sulla base delle denunce raccolte dalle forze dell’ordine, che fotografano il fenomeno della violenza di genere nel territorio Isontino. Numeri fortunatamente piccoli in senso assoluto, ma che non devono comunque indurre ad abbassare la guardia. Anche perché, spesso, abusi e maltrattamenti non vengono denunciati, sfuggendo quindi alle statistiche ufficiali.
Di qui l’importanza della rete di ascolto, sostegno e ovviamente prevenzione, indispensabile per accompagnare le vittime, o le potenziali vittime, che possono andare incontro a conseguenze pesantissime sia sul piano fisico sia a livello psicologico ed emotivo. Ferite profonde difficili da rimarginare, arrivando anche a compromettere la serenità e l'equilibrio della persona offesa, minandone l’individualità e l’autostima. Serenità che viene distrutta anche in caso di stalking, che getta le donne in una dolorosa deriva.
Tornando ai dati, rispetto ai 25 casi di violenza sessuale, se ne sono registrati 6 nel 2022, quattordici nel 2023, mentre nel primo semestre dell'anno cinque. Sempre nei primi sei mesi del 2024, come detto, sono 10 i casi di maltrattamenti sulle donne in famiglia, mentre le denunce per maltrattamenti su figli o genitori sono state 6. Di fatto la metà delle angherie alle quali sono sottoposte le donne. Nell'Isontino quest’anno è avvenuto anche un tentato omicidio tra conviventi: il caso è avvenuto come si ricorderà a Monfalcone, ma ha avuto come vittima il compagno. Nel quadro rientrano inoltre due casi eventi di stalking, ed un litigio con denuncia finale di furto.
A fronte di violenze, abusi e maltrattamenti, ricorda la Prefettura, è prevista l’attivazione del “Codice Rosso”, (legge numero 69 del 19 luglio 2019, relativa a "Modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, e successive modifiche e integrazioni”). Per questa tipologia di reati è previsto che le forze dell'ordine che procedono sul caso debbano riferire immediatamente alla Procura della Repubblica, anche oralmente, e gli atti di indagine devono avvenire senza ritardi, quindi con le necessaria tempestività. Possono essere inoltre attivate misure cautelari e di prevenzione, quali il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima (anche attraverso l'utilizzo del braccialetto elettronico, ai fini del monitoraggio degli spostamenti), l'ammonimento del questore e, secondo una recente modifica, può essere disposta anche la vigilanza da parte delle forze dell'ordine nei luoghi di abitazione e di lavoro della vittima.
Le norme prevedono inoltre nuovi reati collegati a quelli principali, che in precedenza non avevano un'autonoma valutazione: si tratta della diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle rappresentate ("revenge porn"), lesioni permanenti al viso, violazione del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e anche il reato di costrizione al matrimonio.
Oltre che il ministero della Giustizia, a monitorare con attenzione le violenze di genere è anche il ministero della Salute che ricorda come la violenza, ma anche i maltrattamenti, abbia effetti negativi a breve e lungo termine sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura si stesse e dei propri figli. Ulteriori situazioni di aggravio riguardano i bambini che assistono alla violenza familiare, che possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono di fatto sul benessere dell'intera comunità.
