Tutto secondo pronostico, o quasi, nel Gran Premio d’Ungheria. La McLaren si era proposta come l’auto da battere e ha confermato la propria superiorità, centrando una splendida doppietta. Non fortunosa, come quella conseguita a Monza nel 2021, bensì pienamente legittima. Tale dinamica non si presentava da tempo immemore.
Non ci si aspettava, però, che fosse Oscar Piastri a vincere la gara. L’australiano ha preceduto il più quotato Lando Norris nonostante abbia patito un undercut cammin facendo. Non ha riguadagnato la testa grazie a un sorpasso, bensì tramite un palese ordine di squadra. Una situazione che denota come il team non abbia assolutamente pensato al Mondiale piloti.
Si sono sacrificati 7 punti che Norris aveva conquistato sul campo. Il perché o il percome di questa politica interna non è (ancora) dato a sapersi. Il risultato dà ragione a McLaren e al muretto avranno avuto ottimi motivi per agire in questo modo. In un certo senso, abbiamo assistito a un remake di quanto avvenuto in Austria nel 2002 con Michael Schumacher e Rubens Barrichello, seppur con una ratio opposta…
Anche per questa ragione risulta difficile credere che Max Verstappen corra pericoli concreti nell’ottica della rincorsa al titolo iridato. Pur vivendo una domenica difficile e di rincorsa, ha ceduto solamente 8 lunghezze a Norris, restando a un rassicurante +76.
Però, cosa dire del Mondiale costruttori? Bottino pieno per la McLaren, prepotentemente issatasi in seconda posizione nella graduatoria riservata ai team. Il distacco da Red Bull è di 51 punti, poco più di una gara. Non si può più dare per scontato l’Iride del Drink Team, soprattutto se si considera che da Imola in poi il parziale parla di un 214-150 in favore del Team di Woking!
Insomma, o a Milton Keynes trovano il modo di tornare a graffiare con ambedue le monoposto, oppure continueranno a prestare il fianco alla rimonta della rediviva e blasonata struttura guidata da Zak Brown e Andrea Stella.