Sharon Stone sceglie il Festival di Taormina per intonare il tormentone contro Trump, nonostante l’attentato di Butler sia ancora recente. “Io sono un americana orgogliosa – dice la protagonista di Basic Instint – amo il mio Paese e ovviamente sono profondamente preoccupata. È la prima volta che assistiamo a qualcuno che basa la sua campagna elettorale su una piattaforma di odio e oppressione”. Insomma, una maniera per mettere esplicitamente su Trump senza mai nominarlo.
Una posizione che Antonio Di Bella, già corrispondente dagli Usa per la Rai, su La7 liquida in poche efficacissime battute. “Più le star di Hollywood con l’occhio disperato, da Taormina o da Beverly Hills, lanciano l’allarme per la democrazia in pericolo, più l’americano medio povero vota Trump”, ironizza il giornalista ospite del salotto di In onda.
“Vorrei dire al mio amico Padellaro – prosegue Di Bella – che finché noi riteniamo, non solo Trump come Hitler, ma che chi lo vota è un pazzo, non capiamo qual è il termine del problema. L’immigrazione è un tema a cui bisogna dare risposte e se non le dà il Partito democratico, le dà in maniera illusoria sicuramente – osserva Di Bella, ricordando le sue simpatie progressiste – il partito repubblicano“.
“Trump propone soluzioni, per me sbagliate, a questo problema” conclude Di Bella e “non bastano le lacrime di Sharon Stone o di Clooney a invertire questa tendenza”.
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