«Il governo durerà cinque anni, ma certo chi ha votato per Ursula si è preso una responsabilità, gli elettori hanno votato per il cambiamento».
Matteo Salvini, come si sa, non ha peli sulla lingua e al suo alleato Antonio Tajani ricorda che FdI e Lega sono andati di pari passo, mentre Forza Italia ha votato «con Schlein e con i fanatici rosso-verdi». E che la direttiva “case Green” voluta da von der Leyen e da chi la ha appena rieletta, «costerà 50 mila euro a famiglia». Giusto per chiarire come stanno le cose.
Il leader della Lega rivendica una vicepresidenza esecutiva della commissione Ue: «l’Italia merita rispetto», dice. E rivendica pure i risultati ottenuti in Italia, a partire dal “piano casa”, «una rivoluzione» che aiuterà i cittadini a mettere in regola il bene primario delle abitazioni.
Sul regime delle pensioni che aveva promesso di cambiare, anticipa: «Ogni promessa è sacra, daremo una certezza di uscita dal lavoro a tutti per aiutare i giovani». Senza dimenticare la bandiera numero uno, l’Autonomia differenziata, che «in Veneto e Friuli Venezia Giulia consentirà un miglioramento dei servizi per i cittadini e minori costi e più velocità per le imprese».
Ministro, prima di dedicarci all’Europa, parliamo del piano casa in Italia. Diventerà legge: quante abitazioni saranno regolarizzate? E quanta burocrazia dovranno affrontare i cittadini?
«L’ordine degli ingegneri parla dell’80% delle case degli italiani che verranno liberate da burocrazia e problemi, altri parlano di oltre 4 milioni di pratiche edilizie ferme nei Comuni. Comunque sia, questa legge che ho fortemente voluto aiuterà milioni di cittadini, nel Nordest e in tutta Italia. Abbiamo ribaltato la filosofia: prima, in caso di mancata risposta da parte dell’ente pubblico per un intervento edilizio, il cittadino era costretto a rimanere fermo per chissà quanto tempo. Ora abbiamo introdotto il silenzio assenso. È una rivoluzione».
E come smonta le preoccupazioni di chi teme che la sanatoria porterà inevitabilmente ad altri abusi, nella convinzione che tanto verranno poi tollerati?
«Non si parla di abusi edilizi rilevanti, ma di irregolarità interne e di proporzioni limitate che spesso sono state ereditate dai precedenti proprietari. Abbiamo agito con buonsenso. La sinistra lancia troppo spesso allarmi che poi si rivelano infondati, come quando ha attaccato la rottamazione quater, salvo usufruirne come ha fatto il Pd. Ricordo che la sinistra ha votato la direttiva “case Green” voluta da von der Leyen (e da chi l’ha appena rieletta) che costerà 50 mila euro a famiglia».
Ed eccoci dunque al voto contestato per von der Leyen. Dopo il no di Meloni, l’asse sovranista è più forte o più ininfluente, come dice Tajani?
«I patrioti sono il terzo gruppo all’Europarlamento e conteremo sempre di più. L’Italia deve sperare che a essere irrilevanti siano i Verdi che hanno votato von der Leyen anziché i partiti di centrodestra che hanno fatto scelte diverse ma che governano – bene – il Paese».
L’Italia ha perso la chance di una vicepresidenza esecutiva in Ue?
«Non voglio nemmeno pensarlo. L’Italia merita rispetto».
A proposito di vicepresidenze, come vi regolerete con i Patrioti che non accettano la designazione di Vannacci?
«Sistemeremo tutto. Roberto Vannacci è stato il secondo più votato in tutta Italia, il primo in casa Lega, avrà il ruolo importante che merita».
Teme ripercussioni sul trattamento riservato dall’Europa all’Italia sulla procedura aperta per eccesso di debito?
«No, anche perché credo che lo strapotere franco-tedesco sia giunto al termine. L’Italia ha un’economia solida, siamo un Paese fondatore, c’è un governo politico e coeso: meritiamo rispetto e considerazione, tutto quello che con la sinistra al potere non abbiamo avuto».
Si dichiara contento della compattezza tra FdI e Lega, ma dica la verità: non le toglie qualche margine di manovra per marcare il terreno a destra?
«No, ragiono sempre per il bene del Paese e mi auguro che tutti gli alleati siano sempre in salute».
Forza Italia si è schierata con una maggioranza in Europa e sta al governo in Italia con un’altra maggioranza di segno opposto. Non crede serva un chiarimento politico?
«Il governo italiano lavorerà, e bene, per tutti e cinque gli anni per cui i cittadini ci hanno votato. Questo è chiaro. Certo, chi ha votato Ursula insieme alla Schlein e ai fanatici rosso-verdi si è preso una responsabilità: gli elettori hanno votato per il cambiamento, vedremo i primi 100 giorni su immigrazione, lavoro, agricoltura e guerra che scelte faranno a Bruxelles».
Evocando Forza Italia, il pensiero corre al Cavaliere: come replica al fastidio dei Berlusconi per le polemiche sulla scelta di attribuire all’aeroporto di Malpensa il nome di loro padre? Una scelta non condivisa?
«Silvio Berlusconi, grande imprenditore e grande amico, ha scritto pagine eccezionali della storia italiana e merita questo e altri riconoscimenti, che ho approvato con orgoglio. Le polemiche non mi toccano».
Veniamo all’Autonomia differenziata. Prossimi step con le Regioni?
«Passare dalle parole ai fatti e ottenere le materie che non hanno bisogno dei Lep, ma solo di determinare il fabbisogno di costo, e che quindi possono essere subito devolute grazie a un’intesa con il governo».
Che vantaggi ne avranno i cittadini di Veneto e Fvg?
«Stiamo studiando iniziative interessanti per semplificare la vita dei cittadini, mi limito a dire che ci sarà un miglioramento della qualità dei servizi. Pensiamo, per esempio, al mondo produttivo, che con costi minori e maggiore velocità potrà ricevere risposte rapide, da chi conosce la loro realtà. Penso alle verifiche dell’impatto ambientale. Le piccole e medie imprese avranno interlocutori riconoscibili. Ricordo che Veneto e Fvg sono però imparagonabili, perché il primo è a statuto ordinario e il secondo no. So che le Regioni a statuto speciale stanno negoziando delle modifiche dei rispettivi statuti per rafforzare l’autonomia. Il Fvg ha chiesto delle competenze e su quelle il governo ritengo debba porsi in maniera propositiva perché, se possono migliorare i servizi e la velocità di risposte ai cittadini, è giusto portarle avanti».
E quando si cominceranno a vedere gli effetti?
«In questa fase il confronto tra governo e Regioni è avviato e procede. Ragionevolmente, già quest’autunno si potrà entrare nel vivo dei negoziati per le funzioni, fondamentali per il trasferimento di competenze sui territori».
Su questa riforma si giocherà una partita referendaria difficile, visto che nel 2006 i cittadini bocciarono già l’autonomia varata da Berlusconi. Perché oggi il Sud dovrebbe votare sì al referendum?
«Perché il Sud oggi è svantaggiato e l’autonomia non c’è. Significa che paga i danni del centralismo. L’Autonomia è una grande occasione di riscatto, che premia il coraggio degli amministratori locali che vogliono avere più poteri e quindi maggiori responsabilità».
Un’ultima cosa, ministro: dice che qualcosa è in arrivo per le pensioni, una sua promessa che aspettano in tanti. Ci può anticipare la sostanza?
«Puntiamo a dare un diritto certo in uscita a tutti, anche per lasciare quegli spazi ai giovani. Come sull’Autonomia, mantenere la parola data è sacro».