TRIESTE. Da tempo era diventata una questione di sicurezza. Infatti nella parte, che dà in via d’Azeglio, erano state posizionate delle griglie metalliche che fermavano il passaggio pedonale sul marciapiede. Adesso la lunga attesa si è sbloccata e sono decollati i lavori per il restyling delle facciate esterna/interna che fasciano il doppio edificio di via Foscolo 15 e di via Manzoni 2. Di fianco c’è la scuola Fonda Savio-Manzoni, con accesso in via Pascoli.
Itis è proprietaria degli stabili abbinati, costruiti - secondo informazioni rese dagli uffici dell’istituto - a fine Ottocento, in contemporanea con l’edificio scolastico. A darne notizia è Aldo Pahor, presidente dell’Itis, mestiere architetto e come tale attento alla gestione del vetusto patrimonio immobiliare dell’«azienda pubblica di servizi alla persona».
Il cantiere riguarda anche la copertura delle case. L’investimento, resosi improcrastinabile, vale oltre 500.000 euro. Avrà bisogno di 210 giorni e se ne sta occupando la Cramer, attiva sulla piazza da quasi sessant’anni. Foscolo 15 e Manzoni 2 ospitano complessivamente 32 alloggi, di cui 13 quelli affittati. Secondo Pahor, anche gli appartamenti avranno necessità di una bella rinfrescata.
Per Itis l’immobiliare rappresenta una fonte di sostentamento. In questi giorni il sito segnala avvisi di locazione in via Manzoni 8, in via Pascoli 16, in via Piccardi 51 e in viale XX Settembre 98: parecchi asset si trovano non lontano dalla sede dell’istituto e in molti casi avrebbero bisogno di essere riqualificati.
E talvolta anche venduti: come nel caso di viale XX Settembre 67, uno stabile su cinque livelli, con ingresso anche da via Crispi, una quotazione all’incirca sul milione di euro. Da un bel po’ di tempo Pahor attende il parere della Regione, ente controllante, riguardo il via libera alla cessione dell’edificio. Ne aveva parlato per la prima volta nel novembre 2022 ...
Il presidente è piuttosto prudente sulle operazioni di natura immobiliare, perchè ritiene che l’istituto debba compiere su questo fronte passi calibrati. Da tempo è in piedi un finanziamento regionale di 800.000 euro finalizzato a un progetto di carattere sociale, da condividere con il Comune, in via d’Azeglio 8: «Ma in realtà ne servirebbe il triplo», commenta Pahor. E non c’è tanto da esporsi finanziariamente, dal momento che l’antica sede di via Pascoli 31 deve provvedere all’impiantistica antincendio, per quale è prevista una spesa di ben 3 milioni di euro.
Tornare all’intervento in atto sul compendio Foscolo-Manzoni-d’Azeglio consente un rapido approfondimento su un capitolo urbanistico-architettonico della città poco conosciuto e poco battuto dai visitatori, se non per recarsi alla “Bella Trieste” dei fratelli Radin. Infatti davanti alla proprietà dell’Itis si estende un fronte composto da tre edifici, tutti disegnati da Giovanni Mosco, che pochi giorni fa abbiamo incontrato in via San Vito. Durante il primo decennio del Novecento Mosco - in collaborazione con Carlo Banelli proprietario di parte dei terreni- progetta via Foscolo 18, 20, 22 e D’Azeglio 15. E lo fa con stili differenti, come ricorda la studiosa Claudia Biamonti: il 18 e il 22 neo-romanici, il 20 liberty. Il 18 e il 20 sono ben conservati, il 22 purtroppo no.