Rapinano una locanda e resistono ai carabinieri. Finiscono in carcere, vengono liberati con una serie di prescrizioni che violano puntualmente, seminando caos in un bar di Carmignano e all’ospedale di Cittadella. E così tornano dietro le sbarre.
Un uomo e una donna sono stati arrestati dai carabinieri del Norm della città murata con i colleghi della stazione di Carmignano e del Nucleo forestale di Grantorto. Nei loro confronti è scattata un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare definita nei mesi scorsi: la magistratura è passata dal divieto di dimora nel comune di Cittadella alla custodia in carcere.
L’uomo, un marocchino di 37 anni residente a Grantorto, e la donna, una sua coetanea di Arcugnano, entrambi senza fissa dimora e già noti alle forze dell’ordine, erano stati accusati ad aprile di rapina e resistenza a pubblico ufficiale.
Dopo aver pranzato nella Locanda Vittoria da Rigon di via Ospitale a Carmignano, si erano impossessati di alcune chiavi della trattoria, dandosi alla fuga. La titolare aveva cercato di fermarli, ma era stata aggredita. Le forze dell’ordine, subito allertate, li avevano rintracciati alla stazione dei treni. Tuttavia, la coppia non si era arresa e aveva aggredito anche i militari, che però erano riusciti a bloccarli e arrestarli.
Lui era finito dietro le sbarre a Padova, lei a Verona. Dopo la convalida dell’arresto era stata applicata ad entrambi la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Cittadella.
Una misura che però non è stata sufficiente a indurli a miti consigli e a tenere un contegno urbano: il 7 luglio i due sono stati sorpresi al supermercato Conad di Carmignano mentre disturbavano i clienti. E sempre quel giorno sono stati pizzicati a rapinare un bar del centro del paese, con atteggiamenti violenti nei confronti del gestore del locale. Tanto trambusto per portare via appena un paio di bottiglie di birra.
Il giorno dopo hanno cambiato obiettivo e si sono presentati all’ospedale di Cittadella: qui hanno preteso di farsi consegnare dei farmaci, spiegando che ne avevano bisogno, e poi, di fronte al rifiuto, hanno iniziato a prendersela con i pazienti e con il personale medico.
La posizione dell’uomo è inoltre aggravata dal fatto che è stato segnalato per aver violato la misura di prevenzione del divieto di ritorno nel comune di Carmignano per tre anni, misura disposta dal questore di Padova. Un quadro decisamente compromettente che ha spinto la Procura a chiedere e ottenere dal Tribunale di Padova l’aggravamento della misura cautelare.