Un colpo forte, quasi un boato. Poi un flash e del sangue a terra. È stato lo sparo di un fucile da caccia a interrompere in questo modo la festa di laurea di quattro studenti universitari che, tra giovedì e venerdì notte, si trovavano con amici amici sul terrazzino di casa in via Savonarola. Quattro le persone rimaste ferite. Un fatto che poteva avere esiti tragici. L’accaduto è stato subito segnalato ai carabinieri che sono riusciti a risolvere il caso in pochissime ore individuando il responsabile dello sparo.
Una serata apparentemente tranquilla quella della scorsa sera, quando quattro amici universitari decidono di festeggiare tutti insieme il raggiungimento di un grande traguardo: la laurea in Economia. Preparato tutto il necessario per celebrare la fine del percorso, i ragazzi si ritrovano nella casa di uno dei laureati in via Savonarola con qualche decina di colleghi. Qui, al muro di un piccolo balconcino dell’appartamento, appendono il tipico papiro e tra una risata e l’altra, iniziano a leggerlo tutti insieme.
All’improvviso il boato, poi una nuvola di fumo. I ragazzi non capiscono cosa stia succedendo. Vedono l’intonaco staccarsi dal muro e poi delle gocce di sangue a terra. È il panico. Ed è presto chiaro che qualcuno ha sparato un colpo di fucile contro di loro.
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«Era passata da poco la mezzanotte», racconta Matteo, uno degli invitati rimasti feriti, che chiede di non usare il cognome, «stavamo festeggiando senza particolari schiamazzi e senza alcun tipo di protesta ricevuta. C’erano anche altri ragazzi nei terrazzi accanto. A un certo punto abbiamo sentito un botto e visto un flash ma non siamo riusciti a capire costa stava succedendo per alcuni minuti. Solo dopo, io ed altre tre persone abbiamo visto che sanguinavamo da braccia, testa e spalle. Dietro di noi, invece, il papiro era traforato. Siamo stati raggiunti da pallini di calibro 12 o 18, comunque molto sottili, che hanno colpito oltre che il papiro anche il muro e soprattutto noi, che siamo rimasti feriti».
I ragazzi, increduli sono scesi subito in cortile per cercare di capire da dove fosse arrivato lo sparo, senza però riuscirci. E anche gli altri vicini, sentendo il colpo, hanno cominciato ad accertarsi che tutti stessero bene. I ragazzi hanno chiamato pertanto i carabinieri che sono subito giunti sul posto e che hanno fatto scattare le indagini.
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«Ci hanno portato in caserma per i vari accertamenti sull’accaduto», racconta Matteo, «Per fortuna l’arma ha sparato da almeno una quarantina di metri da noi, per cui i danni sono stati lievi, anche se dopo la medicazione ci hanno comunque dato dai cinque ai dieci giorni di prognosi».
Secondo una prima ricostruzione delle forze dell’ordine lo sparo potrebbe essere partito da un piano più in alto rispetto a quello della terrazzina degli studenti, per lo più inquilini fuori sede. I carabinieri del reparto Radiomobile hanno avviato immediati accertamenti e sarebbero riusciti a individuare il responsabile dell’accaduto. Che ora rischia pesanti contestazioni.
Sconvolti i giovani per questo gesto inspiegabile visto che tra loro e il vicinato non c’è mai stato motivo di discussione e nemmeno quella sera - spiegano - avevano recato disturbo nella zona interessata. La musica era spenta e il vociferare degli studenti non era tale da infastidire i residenti. E, comunque, sparare addosso ai ragazzi con un fucile da caccia, ovviamente non è atto che possa essere in alcun modo giustificato e tollerato.
«Non abbiamo visto da dove veniva il colpo e anche dopo di questo non abbiamo avuto modo di interagire con nessuno se non con i vicini presenti che ci hanno aiutato a capire cosa stava succedendo», continua Matteo, «La cosa di cui mi sono accertato è che, né prima né dopo c’era stata alcuna discussione né c’era stato mai alcun tipo di coinvolgimento tra le parti in causa. Noi non conosciamo chi ci ha sparato. Attorno all’appartamento ci sono delle palazzine ma il colpo non è partito da quelle, ma da un edificio più lontano, circa una quarantina di metri. La traiettoria, infatti, coincide: gli spari sul papiro hanno permesso di identificarla, capendo anche la provenienza. Il responsabile ha mirato, intenzionalmente e precisamente, puntando sul gruppo di studenti. Io sono stato ferito alla testa, poco sopra l’orecchio sinistro, so però che altri sono dovuti andare all’ospedale per farsi estrarre alcuni pallini da sotto la pelle».
La “fortuna” dei giovani studenti sul fatto che non ci siano state conseguenze più pesanti, parrebbe essere stata quindi la distanza da cui è partito il colpo e l’arma utilizzata: «Il fucile da caccia ha sparato da almeno una quarantina di metri da noi per cui i danni sono stati lievi perché altrimenti la ruota dei proiettili ci avrebbe investito in modo importante», conclude Matteo.
