“Da Bolzano a Lampedusa, tutta Italia si ritrova a Palermo per rinnovare l’impegno nella lotta alla mafia. Questo significa che c’è un risveglio delle coscienze”. Così Carolina Varchi, deputata di FdI, commentando la fiaccolata in ricordo di Paolo Borsellino a Palermo in occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio. Un rito che si è rinnovato anche quest’anno con il consueto percorso che da piazza Vittorio Veneto arriva dove il giudice e gli agenti della sua scorta trovarono la morte per mano della mafia.
In testa al corteo silenzioso, che per la prima volta si svolse nel 1996, su iniziativa del Fronte della gioventù e del Fuan di Palermo, tra gli altri Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia; la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo; il ministro dello Sport Andrea Abodi; il sottosegretario di Stato alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove e i parlamentari di FdI Raoul Russo e Giovanni Donzelli.
“Droga è mafia, è morte”, è poi la frase scelta per lo striscione dei ragazzi dei movimenti giovanili e studenteschi di FdI. “La droga – dicono i dirigenti locali di Gioventù nazionale, Azione universitaria e Azione studentesca – ha un duplice aspetto. È mafia perché le cosche si arricchiscono senza scrupoli distruggendo la vita di giovani e famiglie. È morte perché questo è l’epilogo di una lunga dipendenza. Non esistono droghe buone. Fu proprio Borsellino, in vita, a scagliarsi contro qualsiasi ipotesi di legalizzazione della droga. In questo 19 luglio vogliamo ribadire il nostro impegno nella lotta a qualsiasi forma di droga”.
In questo 32esimo anniversario sono oltre 80 i patrocini degli enti locali che hanno scelto di aderire alla manifestazione promossa da “Forum XIX Luglio” e “Comunità ’92”. Quest’anno c’è anche l’adesione dell’Assemblea regionale Siciliana. “Trentadue anni dopo continuiamo a scendere in piazza, come ogni anno, convinti come siamo che più passa il tempo e più è necessario rinnovare l’impegno della memoria”, ha aggiunto Varchi.
“Lo facciamo ancora un volta gridando sempre più forte la nostra richiesta di verità su quello che accadde dopo quel 19 luglio del 1992: il più grande depistaggio della storia d’Italia”, ha proseguito la deputata di FdI, per la quale “forse non si arriverà a una verità giudiziaria, ma certamente la verità storica è un dovere cercarla ed è un dovere trovarla, per Paolo Borsellino, per gli uomini e le donne che morirono in quella strage e per le loro famiglie che hanno fatto di un dolore personale grandissimo la spinta emotiva per un impegno civico”.
“Il governo fin dal suo insediamento ha fatto dell’antimafia la sua battaglia principale. Il primo atto del governo Meloni è stata la conferma dell’ergastolo ostativo, abbiamo confermato il 41 bis e facciamo continuamente battaglie per la legalità. L’esempio di Caivano deve essere esportato in tutte le periferie degradate. Bisogna far arrivare lo Stato dove lo Stato fino ad ora è stato assente: questo è il miglior modo per combattere la mafia”, ha detto Donzelli.
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