È andata avanti per 48 anni la vicenda delle sterilizzazioni forzate da parte del governo giapponese, agite su persone considerate “inadatte” a procreare nihonjn (giapponesi) “sani “e “puri”; ma questa settimana è stato fatto un passo avanti nel riconoscere il diritto per le vittime a essere in qualche modo ricompensate, con tanto di scuse. “La responsabilità del governo è significativamente ampia. Chiedo scusa dal profondo del cuore” ha affermato il primo ministro Kishida Fumio mercoledì, nell’incontro avuto con circa 130 delle 25.000 vittime della sterilizzazione forzata avvenuta dal 1948 al 1996, data in cui venne abolita la Yūsei Hogo Hō (Legge di Protezione Eugenetica) che intendeva prevenire la nascita di bimbi “difettosi”.
A oggi, sono solo circa un migliaio coloro a cui è stato riconosciuto un compenso economico. Ma il 3 luglio, la Corte Suprema di Tōkyō ha decretato che la defunta legge del 1948 é incostituzionale, anche se dal 2018 le prime denunce di uomini e donne – alcuni di loro all’epoca dei fatti non erano che bambini – sebbene riconosciute da diversi tribunali non avevano del tutto chiarito le responsabilità governative, anche a causa del limite di vent’anni entro i quali presentare querela. Nonostante fosse la tredicesima volta in cui era stata dichiarata incostituzionale quella legge, solo adesso le vittime hanno vinto la battaglia, con l’ordine dato dalla Corte Suprema al governo, di offrire loro un compenso economico, almeno a tutte quelle sopravvissute.
Il primo ministro ha reso noto che il governo non considererà più il limite dei vent’ anni per presentare le denunce, aggiungendo che saranno ricompensati anche coloro che non hanno mai fatto causa, comprese le mogli degli uomini sterilizzati, con una cifra pari a circa 3,2 milioni di Yen (circa 19.000 euro). La decisione della Corte Suprema che permette ai querelanti di non rispettare il limite temporale agevolerà la strada a coloro che non avevano ancora presentato la denuncia, chiedendo i risarcimenti. Naturalmente si tratta di persone anziane, (39 persone che hanno presentato denuncia negli anni precedenti sono già decedute) visto che i fatti risalgono a più di mezzo secolo fa, e per questa ragione i loro avvocati chiedono fortemente che ciò che gli spetta venga dato loro il più presto possibile.
Sul quotidiano Japan Times si leggono i commenti di alcune delle vittime, tra cui un uomo che venne sterilizzato all’età di 14 anni: “Voglio che lo Stato esamini seriamente il problema. E che non capiti mai più, che delle persone non possano decidere se avere o meno dei figli”. Per il vedovo Kobayashi Takaji, che ha fatto causa al governo per chiedere giustizia per quanto subito dalla moglie Kimiko, le scuse offerte sono arrivate troppo tardi: “Per favore, date vita a una società dove non esista la discriminazione” ha detto rivolgendosi al primo ministro. Una delle prime ad avere sporto denuncia presso il tribunale di Sendai, la signora Iizuka Junko, nonostante sostenga di apprezzare la recente richiesta di perdono, ha detto: “Perché lo Stato non ha chiesto scusa anni fa? Il mio corpo non tornerà certo ad essere quello che era. Onestamente quello che volevo davvero, era tornare ad essere la donna prima dell’intervento che ho subito”.
Ma chi erano le persone considerate “non idonee” a procreare, secondo la legge Yūsei Hogo Hō, attuata dopo la fine della seconda guerra mondiale, diretta discendente di precedenti leggi basate sulla teoria eugenetica importata in Giappone da studi originati negli Stati Uniti, Germania e Francia, alla fine del 19mo secolo? Ebbene, rientravano nella sterilizzazione forzata – con assenso, o senza che le vittime venissero avvertite di cosa stavano per subire, e si stima che queste ultime siano state almeno 16.500 – coloro con malattie ereditarie, disturbi mentali non ereditari e disabilità intellettiva, e agli affetti da morbo di Hansen. Inoltre la legge prevedeva l’aborto e la sterilizzazione su donne vittime di violenza sessuale o con alta probabilità di dare vita a nascituri malati (senza bisogno del loro consenso) a seguito del parere dei medici.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Jiji, durante la riunione dei comitati direttivi di martedì, i membri dei due partiti di maggioranza (LDP e Komeito) e quelli di opposizione appartenenti alla Camera Alta e alla Camera Bassa hanno chiesto che vengano offerte le scuse ufficiali da parte del Parlamento. I comitati hanno intenzione di far passare tale risoluzione entro l’autunno, durante una sessione straordinaria del Parlamento. Intanto, lungo tutto il Giappone, sta per finire Tsuyu (stagione delle piogge), e le temperature già alte per il periodo, stanno salendo vertiginosamente. Nella prefettura di Kyoto e in quella di Hyogo si sono toccati i 35 gradi, e per Tōkyō si prevedono temperature simili per questa, come per la prossima settimana.
L'articolo Il Giappone e le sterilizzazioni forzate per evitare bimbi “difettosi”: il governo chiede scusa dopo 48 anni proviene da Il Fatto Quotidiano.